L'ipoclorito di sodio (NaOCl), un irrigante tra i più utilizzati negli studi dentistici, offre molte vantaggi. Tuttavia, essendo altamente citotossico, espone il paziente a potenziali rischi che l'odontoiatra deve conoscere e gestire correttamente. Una recente revisione narrativa, condotta da AR Vivekanada Pai della Facoltà di Odontoiatria del Manipal University College Malaysia, ne ha messo in luce i principali aspetti che riguardano il paziente, il dente da irrigare, l'operatore, ma anche il grado di concentrazione della sostanza.
Un'evenienza poco probabile, ma possibile
L'evento avverso causato dall'ipoclorito di sodio ha una bassa incidenza. Tuttavia, molti professionisti lo hanno sperimentato almeno una volta nel corso della loro carriera. Di qui la necessità di conoscere i fattori di rischio al fine di governarli al meglio. Lo studio, pubblicato sul Journal of Conservative Dentistry, li elenca in modo dettagliato.
I fattori riferiti al paziente
I soggetti più esposti al rischio da NaOCl, secondo lo studio preso in esame, sarebbero le donne che hanno minor densità e spessore dell'osso, ma sono anche quelle che si sottopongono più di frequente alle cure endodontiche rispetto ai maschi. I pazienti giovani risultano più vulnerabili, insieme agli anziani, sebbene per ragioni biologiche opposte.
Gli elementi più esposti al "rischio ipoclorito di sodio"
I denti più piccoli o con un'anatomia cervicale ristretta sono più soggetti a errori iatrogeni e dunque anche al rischio NaOCl. Gli elementi mascellari sono più esposti all'incidente NaOCl rispetto ai denti mandibolari. Premolari e molari hanno un rischio relativamente maggiore rispetto ai denti anteriori. Anche la posizione del dente rispetto all'osso alveolare è un fattore di rischio, come la vicinanza al seno mascellare che tuttavia beneficia del fatto di non essere uno spazio chiuso. Anche la presenza di difetti radicolari è da annoverare tra i fattori di rischio.
Qualche altro fattore di rischio
La posizione della poltrona, nonché la pressione sulla siringa con cui si inietta l'irrigante possono influire sul rischio di estrusione della sostanza che risulta minore se si usa l'ipoclorito di sodio in forma di gel, anziché liquida. Anche la presenza dell'anestesia è un fattore di rischio, perché rallenta il processo di riconoscimento dell'evento avverso, qualora fosse già avvenuto. L'ipoclorito di sodio è una sostanza che già a partire da una concentrazione di 0,25% può danneggiare i tessuti. Considerando che nei prodotti per uso endodontico si arriva sino a 5,25% di concentrazione, è facile comprendere la potenziale pericolosità di questa soluzione per l'irrigazione.