Impianti postestrattivi nei siti anteriori

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Il mantenimento della corretta estetica gengivale e l’integrazione con il restauro protesico costituisce forse il fattore di maggiore criticità nella riabilitazione implantare dei settori frontali. L’insorgenza recessioni rappresenta una complicanza piuttosto comune in questa sede, con un frequenza che può raggiungere il 16% dei casi. Dall’altra parte, alcuni studi hanno dimostrato il possibile rebound dei tessuti molli.

Dal 1998, quando Wöhrle descrisse con successo il posizionamento immediato di impiento e relativa protesi, diversi altri lavori hanno considerato tale protocollo proprio in relazione al potenziale di mantenimento dei tessuti molli.

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Recentemente un’importante review a cura di nomi come Joseph Kan e Tiziano Testori ha considerato alcuni aspetti riguardanti l’outcome estetico. Del resto, al di là della sopravvivenza implantare, che rimane il primo parametro nel determinare il successo della terapia, la letteratura più recente ha visto emergere per importanza l’aspetto dell’estetica e della relativa percezione da parte del paziente. Questa parrebbe incentrata sull’outcome estetico, più che sul vantaggio derivante dalla riduzione dei tempi. Vengono qui riportate alcune delle considerazioni presenti nella sopracitata revisione, del cui full-text si invita alla lettura.

L’inserimento immediato dell’impianto non riduce il riassorbimento osseo. Le più recenti evidenze, peraltro, dimostrano come il protocollo postestrattivo favorisca sì il risultato estetico, nel rispetto però di criteri realizzativi precisi.

Lo studio del caso dev’essere dedicato tanto alla morfologia ossea quanto al biotipo tissutale. La pianificazione dell’intervento in chirurgia guidata permette una migliore gestione dello spazio perimplantare e dei tessuti molli. Il carico immediato, oltre a snellire i tempi del restauro estetico, permette di condizionare gli stessi tessuti molli.

L’Osteology Consensus Group, nel 2011, ha ribadito l’elevato survival rate dell’impianto postestrattivo, a fronte di un aumentato rischio di recessioni, e stabilito alcuni fattori di rischio da considerare: abitudine al fumo, spessore dell’osso vestibolare inferiore a 1 mm, biotipo gengivale sottile e posizionamento vestibolare dell’impianto.

Nel 2014 l’International Team for Implantology ha proposto i seguenti criteri di selezione del caso: pareti dell’alveolo intatte, osso vestibolare dello spessore di almeno 1 mm, tessuti molli spessi, assenza di infezione acuta nel sito, disponibilità di osso apicale o palatale ai fini di ottenere stabilità primaria. Le linee guida suggeriscono l’utilizzo di template chirurgici e la protesizzazione provvisoria, mentre il carico immediato è consentito a fronte di un torque pari a 20-45 N e indicato al netto di un rapporto rischi-benefici favorevole.

In conclusione, si può rimarcare come l’inserimento immediato porti dei benefici in termini di riduzione dei tempi complessivi del trattamento, di stabilizzazione dei tessuti molli e di estetica immediata ma, allo stesso tempo, comporti delle criticità legate al rischio di recessioni e alla programmazione del trattamento.

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29478284

Impianti postestrattivi nei siti anteriori - Ultima modifica: 2019-01-27T17:50:58+00:00 da redazione

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