Il social aiuta i medici a rispondere alle domande dei pazienti

Secondo uno studio della University of British Columbia presentata al meeting annuale dell’Associazione Americana per l’Avanzamento della Scienza (Aaas), a San Jose, Twitter può aiutare i medici a prepararsi meglio a rispondere alle domande dei loro pazienti.

“Molte persone vanno online per cercare informazioni sulla salute, ma poche indagini sono state fatte finora su chi partecipa a queste discussioni o ciò che viene condiviso”, dice Julie Robillard, autrice principale del lavoro e neurologo del Djavad Mowafaghian Centre for Brain Health. Robillard e il suo team hanno passato sei mesi a monitorare su Twitter i ‘cinguettii’ relativi alla ricerca sulle cellule staminali correlate a lesioni del midollo spinale e al morbo di Parkinson. Hanno così scoperto che il 25% dei tweet sulle lesioni del midollo spinale e il 15% di quelli sul Parkinson erano di operatori sanitari. Non solo, la maggior parte dei cinguettii era relativo a risultati di studi, e i più condivisi erano i link a report di ricerca.

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Al giorno d’oggi i ricercatori ritengono che questi mezzi possano aiutare davvero gli operatori sanitari a diventare più consapevoli di ciò che i loro pazienti leggono sulla ricerca scientifica internazionale, al di là dei media tradizionali. Un modo per rispondere meglio alle aspettative dei pazienti su potenziali trattamenti e ricerche innovative.

Il social aiuta i medici a rispondere alle domande dei pazienti - Ultima modifica: 2015-02-20T12:05:04+00:00 da redazione

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