Il canale della vite angolato realizzato con tecnologia CAD/CAM: un fattore di rischio per complicanze tecniche?

Questo studio retrospettivo ha avuto lo scopo di analizzare la frequenza delle complicanze protesiche nelle protesi avvitate su impianti in cui fosse stata eseguita con tecnologia CAD/CAM una correzione angolare dell’emergenza della vite. I risultati indicano che la correzione dell’angolazione del canale della vite non ha aumentato il rischio di complicanze tecniche.

Eduardo Anitua DDS, MD, PhD
Private practice in oral implantology, Eduardo Anitua Foundation, Vitoria, Spain
Clinical researcher, Eduardo Anitua Foundation, Vitoria, Spain University Institute for Regenerative Medicine and Oral Implantology-UIRMI (UPV/EHU-Fundación Eduardo Anitua), Vitoria, Spain

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La protesi implantare avvitata offre il vantaggio di poter essere recuperata, di occupare uno spazio interocclusale minimo e di essere facilmente mantenibile (igiene, riparazioni). Tuttavia l’emergenza della vite nella protesi richiede un posizionamento dell’impianto preciso e protesicamente guidato1. L’emergenza della vite nelle zone estetiche rende difficile la realizzazione di una protesi avvitata senza ricorrere ad abutment angolati o all’uso del CAD-CAM2-5. Questa tecnologia permette la correzione dell’emergenza della vite nella protesi da 1 a 30 gradi, il che faciliterebbe enormemente la realizzazione di restauri con un aspetto naturale e buoni risultati estetici3-7.

Oggi, i restauri supportati da impianti realizzati con la tecnologia CAD-CAM vengono utilizzati di routine in odontoiatria8,9. Per questo motivo, è necessario disporre di maggiori evidenze scientifiche che supportino l’uso di restauri implantari realizzati mediante CAD-CAM rispetto ai restauri realizzati in modo convenzionale, per i quali è già disponibile una notevole quantità di dati a lungo termine sui tassi di sopravvivenza e di complicanze10-12.

Lo scopo dello studio retrospettivo è quello di stabilire se la frequenza delle complicanze tecniche sia effettivamente maggiore nei restauri con canali delle viti angolati. È stato disegnato uno studio comprendente protesi di controllo con canali delle viti diritti. I ricercatori ipotizzano che la correzione dell’angolazione del canale della vite non aumenterebbe la frequenza delle complicanze tecniche nelle protesi avvitate su impianti. Gli obiettivi specifici dello studio erano:

  1. valutare la frequenza e il tipo di complicanze tecniche;
  2. valutare l’effetto dell’ampiezza dell’angolazione del canale della vite sulla frequenza delle complicanze tecniche.

Materiali e metodi

Questo studio è un’analisi retrospettiva delle complicanze protesiche correlate all’angolazione (15-30º) dei canali delle viti di protesi avvitate su impianti. La correzione dell’angolazione è stata eseguita mediante CAD-CAM su impianti inseriti presso la Eduardo Anitua Clinic (Spagna, Álava, Vitoria) da novembre 2014 a dicembre 2015. I criteri di inclusione sono stati:

  • pazienti di età superiore a 18 anni;
  • riabilitazione protesica di impianti dentali con emergenza non corretta della vite protesica nei settori posteriori (mandibola e mascella);
  • contemporanea presenza di protesi convenzionali su impianti nel settore controlaterale.

Sono stati inclusi nello studio solo pazienti che soddisfacevano ogni singolo criterio di inclusione. Non sono stati previsti criteri di esclusione specifici.
Questa ricerca è stata effettuata nel rispetto della dichiarazione di Helsinki sulla sperimentazione umana.

Il paziente è stato considerato l’unità statistica per la descrizione dei dati demografici. Sono stati calcolati valori medi, deviazioni standard e fasce d’età, mentre per le restanti variabili relative al paziente è stata calcolata la frequenza relativa. La sopravvivenza della protesi è stata valutata mediante l’analisi della sopravvivenza cumulativa (Kaplan-Meier). Le protesi sono state suddivise in due gruppi: gruppo di studio (protesi CAD-CAM) e gruppo di controllo (protesi convenzionali).

Le variabili qualitative di frequenza delle complicanze e localizzazione anatomica (mandibola/mascella), sono state confrontate con il test χ2. Il test χ2 è stato applicato anche per confrontare il tipo di protesi (protesi totale, protesi parziale e protesi per denti singoli).
I confronti statistici sono stati effettuati con un valore P < 0,05 considerato indice di significatività statistica. Per l’analisi statistica è stato utilizzato il pacchetto software statistico SPSS per Windows versione 15.0 (SPSS for Windows Release 2006, SPSS Inc.  Chicago, IL) .

La variabile predittiva era l’angolazione del canale della vite protesica. Le protesi di controllo sono state prodotte secondo lo stesso flusso di lavoro, ma senza apportare alcuna correzione al canale della vite (non essendoci alcuna necessità clinica di tale correzione). Per entrambi i gruppi è stata utilizzata la stessa vite protesica (vite Ti Black® screw, BTI Biotechnology Institute).

Il risultato primario è stata la frequenza delle complicanze protesiche. Le cartelle cliniche dei pazienti sono state esaminate per documentare eventuali complicanze tecniche come l’allentamento o la frattura della vite dell’abutment, la perdita di ritenzione della corona permanente o la frattura del materiale di rivestimento estetico.

I risultati secondari sono stati:

  • i dati demografici dei pazienti;
  • la posizione anatomica della riabilitazione protesica;
  • il numero delle unità protesiche e degli impianti dentali di supporto;
  • l’entità della correzione del canale della vite protesica;
  • il tempo di follow-up della protesi.

I pazienti sono stati inclusi in un programma di mantenimento con visite a cadenza semestrale. In occasione delle visite di follow-up sono stati registrati i dati delle complicanze tecniche delle protesi (allentamento o frattura della vite dell’abutment, perdita di ritenzione della corona permanente o frattura del materiale di rivestimento estetico). I criteri utilizzati per confermare la sopravvivenza della protesi e il successo del trattamento protesico sono stati i seguenti (Lang et al12):

  • assenza di fratture della ceramica o della sovrastruttura;
  • nessun allentamento o ritenzione della protesi;
  • nessuna frattura delle viti di ritenzione.

Risultati

Nello studio sono stati inclusi e valutati un totale di 22 pazienti. Ogni paziente ha partecipato con almeno due protesi: restauro con canale della vite angolato (gruppo sperimentale) e restauro con canale della vite diritto (gruppo di controllo). In totale sono state valutate 38 protesi: 29 protesi nel gruppo sperimentale e 19 nel gruppo di controllo. Quindici pazienti erano femmine e l’età media al momento dell’inserimento della protesi era di 64 +/- 9 anni. L’angolazione del canale della vite nel gruppo sperimentale è stata di 15º in 20 pazienti e 30º in 2 pazienti.

Per quanto riguarda il tipo di protesi, sono state applicate esclusivamente protesi parziali fisse a ponte avvitate.
La Tabella 1 descrive le protesi con canali delle viti angolati e le corrispondenti protesi nel gruppo di controllo.

Nel gruppo delle protesi con canali delle viti angolati sono state registrate il 13% delle complicanze protesiche (3 casi) mentre nel gruppo di controllo le complicanze protesiche sono state dell’8,7% (2 casi). Entrambe le differenze non sono statisticamente significative (test del Chi Quadrato, p=0,086). Nel gruppo delle protesi con canali delle viti angolati si sono verificati i seguenti tipi di complicanze:

  • 1 caso con frattura della cuspide dentale (4,3%);
  • 1 caso con frattura della ceramica (4,3%);
  • 1 caso di allentamento della vite (4,3%).

Nel gruppo di controllo si è verificata solo la complicanza della frattura della ceramica. Solo in 1 caso si sono verificate complicanze contemporaneamente nel gruppo sperimentale e nel gruppo di controllo.
Il tempo di follow-up delle protesi è stato di 14 ± 5 mesi e 15 ± 9 mesi nei gruppi sperimentale e di controllo, rispettivamente.
Il test di Mann-Whitney ha indicato l’assenza di differenze statisticamente significative (p = 0,498).

Discussione

Negli ultimi due decenni i progressi nella progettazione assistita da computer (CAD) e nella produzione assistita da computer (CAM) hanno determinato un forte incremento delle riabilitazioni protesiche realizzate con CAD-CAM1-3. La tecnologia CAD/CAM è stata sviluppata per risolvere 3 sfide.

La prima consisteva nel garantire un’adeguata resistenza del restauro, in particolare per i denti posteriori. La seconda sfida riguardava la creazione di restauri con un aspetto naturale. La possibilità di correggere l’emergenza delle viti nelle protesi avvitate garantisce un miglioramento estetico anche nei casi in cui gli impianti sono fortemente inclinati e malposizionati. La terza sfida era legata alla possibilità di realizzare i restauri dentali in modo più semplice, più veloce e più accurato4.

Questo studio clinico controllato mira ad analizzare la frequenza delle complicanze protesiche nelle protesi avvitate su impianti in cui sia stata eseguita una correzione angolare dell’emergenza della vite (con tecnologia CAD/CAM).  I risultati di questo studio indicano che la correzione dell’angolazione del canale della vite non ha aumentato significativamente la frequenza delle complicanze protesiche.

In uno studio precedente, Greer et al.4 hanno valutato le complicanze meccaniche dei restauri con canali delle viti angolati in 60 pazienti. Il tempo medio di follow-up è stato di 216,3 giorni e si sono verificate 3 complicanze: allentamento della vite, frattura della ceramica e fallimento dell’impianto. Tuttavia, non era presente alcun gruppo di controllo e la maggior parte degli impianti erano stati posizionati nell’area degli incisivi4
Nel presente studio, tutti i restauri sono stati posizionati completamente o parzialmente nella regione dei molari ed è stato incluso un gruppo di controllo (split-mouth).

Nel nostro studio le complicanze nel gruppo di controllo hanno riguardato esclusivamente la frattura della ceramica. Pjetursson et al. hanno indicato, in una revisione sistematica13, che la frattura del materiale di rivestimento estetico è la complicanza tecnica più frequentemente riportata (13,5%).

L’allentamento della vite si verifica quando il carico funzionale supera il precarico della vite o quando si verifica l’assestamento della vite14,15. L’allentamento ripetuto della vite potrebbe essere un segno di carichi occlusali eccentrici/eccessivi. Nello studio l’allentamento della vite si è verificato in un solo paziente nel gruppo sperimentale. Questo fatto è solitamente associato alla difficoltà di serraggio della vite angolata che tende ad allentarsi con un’angolazione di 30°. I restauri con canali delle viti angolati non sembrano avere una maggiore frequenza di complicanze tecniche e permettono quindi la selezione di protesi avvitate dove altrimenti sarebbe necessario un restauro cementato. Questo studio soffre della limitazione del disegno retrospettivo, per cui non è stato possibile escludere la dipendenza dalla disponibilità e dall’accuratezza delle cartelle cliniche/odontoiatriche.

Conclusioni

La correzione dell’angolazione del canale della vite non ha aumentato il rischio di complicanze tecniche.

Corrispondenza
eduardoanitua@eduardoanitua.com

Angled screw channel by CAD/CAM: a risk factor for technical complications?

Summary
The correction of the screw channel angulation with CAD/CAM technology has not increased the risk of technical complications. This alternative is dynamic and would expand the use of screw-retained prosthesis in those situations where cement-retained prosthesis has been the only alternative.

Bibliografia
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  3. Gjelvold B, Sohrabi MM, Chrcanovic BR. Angled screw channel: an alternative to cemented single-implant restorations–three clinical examples. Int J Prosthodont 2016;29:74-76.
  4. Greer AC, Hoyle PJ, Vere JW, Wragg PF. Mechanical complications associated with angled screw channel restorations. Int J Prosthodont 2017;30:258-259.
  5. Sakamoto S, Ro M, Al Ardah A, Goodacre C. Esthetic abutment design for angulated screw channels: A technical report. J Prosthet Dent 2017. doi: 10.1016/j.prosdent.2017.08.018.
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Il canale della vite angolato realizzato con tecnologia CAD/CAM: un fattore di rischio per complicanze tecniche? - Ultima modifica: 2019-05-07T08:52:31+00:00 da monicarecagni
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