Guida alla contenzione ortodontica

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In questo articolo si trova la prima parte relativa all'argomento qui trattato.

In primo luogo, sono state fornite risposte evidence based alla domanda in un certo senso più contestabile, ovvero l'esistenza di una metodica preferibile.

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In effetti, considerando l'arcata superiore (QC1a), Littlewood sottolinea la mancanza di dati in grado di far deporre per una tecnica piuttosto che un'altra. Un articolato lavoro di Forde (2018) stabilisce come, allo stato attuale, l'allineamento si mantenga ugualmente stabile, tanto impiegando contenzioni rimovibili, quanto preferendo contenzioni fisse.

Passando all'arcata inferiore (QC1b), lo stesso Littlewood fornisce indicazioni analoghe a quanto detto a livello superiore. Al contrario, ancora Forde e già un precedente lavoro di O'Rourke (2016) definiscono maggiormente efficaci nel mantenere l'allineamento le soluzioni fisse rispetto a quelle rimovibili. La causa dell'incremento dell'indice di irregolarità di Little osservato con le seconde sarebbe da collegare a una compliance insufficiente.

Il secondo macroargomento consiste nel tipo di filo – in termini di design e materiale costruttivo – più indicato nella realizzazione di contenzioni fisse.

In arcata superiore (QC1c), normalmente, vengono coinvolti tutti gli elementi della zona intercanina o, eventualmente, i soli incisivi. Nel primo caso, in realtà, viene riferito un aumento del rischio di perdita della contenzione, verosimilmente a causa del possibile contatto del filo con i canini inferiori. Al contrario, fissando la contenzione esclusivamente a livello incisale, Steinnes (2017) rileva un mantenimento medio dell'allineamento post-trattamento pari a 8 anni.

I materiali di maggiore interesse sono l'acciaio inossidabile, mono o multi-filo, e più recentemente, la fibra di vetro rinforzata. Questa seconda soluzione, benché maggiormente estetica, risulta essere maggiormente soggetta a rischio di fallimento.

A livello mandibolare (QC1d), la contenzione viene fissata sui soli canini o, anche in questo caso, a tutti gli elementi da canino a canino. Questa seconda opzione risulta maggiormente valida in termini di stabilità ma risulta maggiormente a rischio di distacco: sarebbe pertanto da preferire in casi ad alto rischio di recidiva, come rotazioni o diastemi importanti prima del trattamento ortodontico. Questo design, in più, risulta maggiormente limitato per quanto concerne l'igiene: da consigliare, in questo caso, un filo singolo, preferibilmente spesso.

In ultima analisi, le soluzioni rimovibili possono essere confrontate su più aspetti (QC1e), soprattutto dato che, in termini generali, contenzioni vacuum-formed e placche Hawley danno risultati comparabili. Le prime vengono preferite dal paziente, perché più confortevoli, sono meno soggette a fallimento (se si guarda soprattutto al paziente bruxista) e, apparentemente, sarebbero maggiormente costo-efficaci.

Guida alla contenzione ortodontica - Ultima modifica: 2020-01-31T07:35:10+00:00 da redazione
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