Le patologie del parodonto rappresentano da sempre un capitolo articolato all’interno della diagnosi e della terapia in odontoiatria. Nel corso degli anni, l’approccio al paziente e alla salute parodontale è molto cambiato. In passato la popolazione veniva in contatto molto meno spesso con i clinici, chiedendo magari di porre semplicemente rimedio a quadri patologici già in corso, possibilmente in maniera rapida. Le evidenze cliniche e sperimentali hanno tuttavia evidenziato che il trattamento della malattia parodontale richiede di pianificare terapie di ampio respiro e sul lungo termine. Oltre a questo, anche la popolazione è di per sé cambiata: le richieste si sono affinate, come anche la motivazione dei pazienti, con i quali, soprattutto nei casi parodontali, è fondamentale fidelizzare il rapporto. Oltre a questo, il miglioramento della salute generale e le campagne di sensibilizzazione sull’argomento da parte delle autorità sanitario ha fatto sì che sia sempre più difficile che il paziente si presenti al clinico con una salute parodontale già compromessa irreversibilmente. Anzi, ad oggi è consigliabile eseguire sempre il PSR, particolarmente nel corso di una prima visita o di una visita odontoiatrica di controllo. Secondo la American Dental Association, il Periodontal Screening and Recording (PSR) rappresenta una procedura che, in una media di 3 minuti e con il semplice utilizzo di una sonda parodontale, permette una prima valutazione diagnostica di qualsiasi paziente. Prevede la divisione delle arcate in sestanti, in ognuna delle quali verranno raccolti il sondaggio più importante (PPD), indice di placca, sanguinamento al sondaggio (BOP), e le evidenze cliniche di mobilità e impegno delle forcazioni.
Terminato il PSR, il paziente verrà per così dire “smistato”: un soggetto sano verrà comunque motivato alla prevenzione, possibilmente anche ribadendo le manovre fondamentali di igiene, mentre chi manifesta una semplice gengivite sarà anche candidato a terapia causale. Il sospetto parodontopatico verrà invece indirizzato ad un approfondimento diagnostico: la malattia parodontale, infatti, rappresenta un quadro multifattoriale, con una rilevante componente genetica. Dal punto di vista puramente clinico, per fare diagnosi è sufficiente sì rilevare due sondaggi superiori ai 5 mm in due punti diversi delle arcate. Ma una diagnosi non si può dire completa senza la raccolta di dati anamnestici specifici, la rilevazione di tutti i sondaggi (charting) e, se ritenuto necessario, l’esecuzione dello status radiografico. Da qui il professionista potrà pianificare l’albero terapeutico, iniziando con la terapia causale e la levigatura radicolare, per poi passare eventualmente, previa rivalutazione, a terapia chirurgica.
In precedenza, è stato fatto riferimento alle campagne di sensibilizzazione. In questo periodo, la Società Italiana di Parodontologia e Implantologia sta promuovendo il sito gengive.org, il nuovo portale concepito proprio per informare i pazienti su quali siano gli aspetti fondamentali delle patologie del parodonto e in cosa consistano i rimedi. Il sito permette anche di individuare i soci SIdP dislocati sul territorio nazionale. Al di là dei pazienti ai quali è esplicitamente indirizzata, si tratta di una pagina utile anche ai professionisti, dato che permette un accesso rapido alle linee guida SidP e ad altri contenuti.
Interessante analisi che condivido appieno.
Grazie per il vostro contributo sempre preciso e dettagliato, molto utile per i professionisti del settore!
Un augurio di una buona serata
Fare informazione sana e autorevole è di fondamentale importanza per i pazienti. Per questo noi di Family Dent apprezziamo molto questo tipo di iniziative sul mondo dell’Odontoiatria. Anche noi nel nostro piccolo cerchiamo di far comprendere alle persone l’importanza della cura dentale, fornendo informazioni sul nostro blog sempre precise e attendibili. Ci concentriamo in particolare sull’Implantologia, tema molto delicato.
Vi ringraziamo per questa condivisione.
Family Dent