Correlazione tra bifosfonati e osteonecrosi della mandibola

Nuovo Sorriso smalto dentale

Bisphosphonate-related osteonecrosis of the jaws (Bronj)

Autori:
Francesco Beninati
Riccardo Pruneti
Giuseppe Ficarra

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L’osteonecrosi della mandibola correlata all’assunzione di farmaci bifosfonati (BRONJ) è un tipo di osteomielite estremamente resistente alle terapie che coinvolge esclusivamente le ossa mascellari dei pazienti in trattamento appunto con bifosfonati (BP) a loro somministrati per patologie sistemiche come, per esempio, l’osteoporosi. In particolar modo, i farmaci bifosfonati contenenti azoto (es. pamidronato, acido zoledronico, alendronato, risedronato e ibandronato) se somministrati per via endovenosa (IV) sono stati più spesso associati a questa malattia. L’incidenza di BRONJ rimane indefinita e varia tra 0,8-12%; l’incidenza orale varia da 0,01 a 0,06% e dopo i trattamenti invasivi per via orale questo tasso aumenta da 0,07 a 0,34%. BRONJ è più spesso localizzata nella mandibola che nella mascella (rapporto 2:1) e di solito è scatenata da una procedura chirurgica dentale (60-70% dei casi) o un trauma protesico, più raramente è spontanea.

Dal 2004 al 2009 sono stati osservati 51 pazienti con BRONJ, prospetticamente seguiti presso il Centro di Riferimento per lo Studio delle malattie orali di Firenze. La diagnosi è stata effettuata basandosi sulle caratteristiche cliniche e radiografiche e la biopsia è stata effettuata solo quando è risultata necessaria per escludere altre malattie .
In linea con le attuali linee guida pubblicate, tutti i pazienti sono stati inizialmente trattati con un approccio conservativo, utilizzando sciacqui con collutorio a base di clorexidina 0,12%, irrigazione locale con povidone – iodio, curettage superficiale o conservatore per eliminare i sequestri ossei, somministrazione di antibiotici per via orale associati a farmaci per il controllo del dolore. Il dosaggio di amoxicillina/acido clavulanico di potassio è stato di 1000 mg ogni 12 ore per 15-20 giorni associato, nei casi resistenti, a 250 mg di metronidazolo ogni 8 ore per 5 giorni. Nei pazienti allergici alla penicillina sono stati somministrati 300 mg di clindamicina tre volte al giorno. Il controllo del dolore è stato ottenuto con la somministrazione orale di farmaci antiinfiammatori non steroidei (nimesulide o ibuprofene), preferibilmente, o oppioidi (tramadolo cloridrato). Trattamenti chirurgici (come lembi e osteotomia) sono stati eseguiti solo per evitare gravi complicazioni. L’ossigenoterapia iperbarica non è mai stata utilizzata. La prosecuzione del trattamento con bifosfonati dopo diagnosi di BRONJ è stata lasciata alla discrezione del medico curante. I pazienti sono stati poi esaminati ogni 2-6 mesi, a seconda delle loro condizioni cliniche.

I risultati ottenuti dagli autori sono stati i seguenti.

La più alta prevalenza della malattia è stata osservata nel 2006 e nel 2007 e, al momento della diagnosi, il 90% dei pazienti era stato trattato con bifosfonati. Il principale evento scatenante la BRONJ è stato una procedura dentale invasiva nel 61% dei pazienti, mentre nessun evento traumatico potrebbe essere identificato nel 16% dei pazienti. Il tempo medio di follow-up è stato di 19 mesi (range: 2-57), tempo durante il quale il 31% dei pazienti è guarito e il 39% è deceduto. Il 78% dei pazienti è stato trattato puramente con  terapia medica, il 16% con curettage profondo chirurgico e solo nel 6% è stato necessario eseguire una osteotomia per evitare una frattura patologica mandibolare. Tutti i pazienti in trattamento con bifosfonati orali sono guariti da BRONJ in un tempo medio di trattamento conservativo di 19 mesi.

Med Oral Patol Oral Cir Bucal. 2013 September; 18(5): e752–e758

Correlazione tra bifosfonati e osteonecrosi della mandibola - Ultima modifica: 2013-10-30T08:00:14+00:00 da Redazione

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