Contenzione fissa o retainer termostampati?

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La contenzione è senza dubbio una delle fasi più delicate nel contesto di un piano di cure ortodontiche. Assicurare stabilità ai risultati del trattamento è fondamentale: ciò nonostante, in letteratura vi è ancora un intenso dibattito su quale possa essere la metodica più efficace da attuare sul paziente.

I sistemi di ritenzione fissi adesivi vengono solitamente impiegati permanentemente, nella forma del filo posizionato sulla superficie linguale del gruppo frontale inferiore o di quella palatale dei superiori. Il filo è solitamente un multi-strand twistflex, più ritentivo rispetto a quello singolo. Risulta particolarmente indicato nel caso in cui si percepisca instabilità o nel paziente con aspettative elevate.

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Negli ultimi anni hanno si è assistita a una forte diffusione dei sistemi di ritenzione “invisibili”, prodotti cioè in materiale termoplastico vacuum-formed. Questi prodotti incontrano il favore dei pazienti per i loro vantaggi estetici ma presentano buone caratteristiche anche dal punto di vista del clinico: uno studio di Rowland, di ormai 10 anni fa, li definisce più efficaci dei sistemi di ritenzione tipo Hawley nel mantenere l’allineamento del segmento labiale inferiore. Vi sono poi indicazioni cliniche per cui l’utilizzo notturno, per i primi 6-12 mesi, sarebbe efficace tanto quanto quello full-time.

Posto che la scelta finale debba essere sempre condotta sul caso singolo, entrambe le metodiche risultano comunque esposte a talune criticità. Partendo da questi presupposti, Forde e colleghi hanno condotto una ricerca, pubblicata come doppio articolo sullo European Journal of Orthodontics, al fine di valutare le possibili differenze tra i due sistemi: l’outcome primario è rappresentato dalla stabilità, quelli secondari da survival rate e soddisfazione del paziente. La seconda parte si è concentrata sugli aspetti parodontali.

Lo studio è stato allestito con un disegno di trial clinico randomizzato a due bracci a gruppi paralleli in rapporto 1:1, per un totale di 60 pazienti. Nel suo commento per il Journal of the American Dental Association, Romina Brignardello-Petersen sottolinea come si tratti di uno modello esposto a ridotto rischio di bias, con randomizzazione ben condotta.

Lo studio conferma l’assenza di sostanziali differenze nei diversi outcome (stabilità in primis), sorprendentemente anche per quanto concerne la soddisfazione del paziente, e con l’eccezione del survival rate a 12 mesi in mandibola a favore dei retainer termostampati.

Brignardello-Petersen osserva come questi dati, che pure difettano della valutazione della compliance dei pazienti rispetto ai sistemi di ritenzione rimovibili, si prestino a essere interpretati su larga scala, proprio in virtù della varietà del campione utilizzato.

Riferimenti bibiligorafici

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29059289

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29395006

Contenzione fissa o retainer termostampati? - Ultima modifica: 2018-12-16T23:52:55+00:00 da redazione

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