Bruxismo: il ruolo dell’elettromiografia di superficie

La gnatologia neuromuscolare rappresenta uno strumento assai utile alla diagnosi delle parafunzioni.

La fase di studio del caso viene condotta con l’utilizzo dell’elettromiografia di superficie, al fine di verificare in quale modo e misura siano coinvolti in muscoli elevatori. Allo SCAN 9, che verifica lo stato di attivazione delle coppie muscolari a riposo, non è detto che siano sempre presenti alterazioni: nel caso del bruxista, paradossalmente, i valori possono anche non essere fuori norma, perché la perdita della dimensione verticale ha fatto da compensazione e i muscoli risulteranno di lunghezza fisiologica. Al fine di formulare una diagnosi corretta sarà perciò fondamentale capire se il paziente ha perso tali spessori. Si tenga conto del fatto che un grave bruxista presenta l’evidente ipertrofia degli elevatori.

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È invece più comune trovare dei valori alterati nel serratore, nella fattispecie l’inversione dei valori di attivazione del masseteri rispetto ai temporali anteriori, che fisiologicamente dovrebbero essere più alti. Anche in assenza di inversione, è probabile che ci sia iperattivazione degli stessi masseteri.

Il kinesiografo serve a osservare il tragitto mandibolare, il grado di escursione e, soprattutto, a verificare il grado di coordinazione in chiusura. Per quanto concerne l’ultimo dato, il serratore tende a mantenere una traiettoria di apertura-chiusura abituale, portandosi ad una sola posizione. Presenta spesso un morso profondo, con free way space ridotto a 4-7 mm.

Il digrignatore grave avrà invece seria difficoltà a mantenere una chiusura univoca.

dato, poi, che i pazienti con parafunzioni manifestano sovente disturbi articolari, in alcuni casi può essere necessario osservare direttamente le condizioni dell’ATM tramite una risonanza magnetica. In questo caso, è stato dimostrato come nel paziente con disordine temporo-mandibolare accertato sia più facile che la presenza di bruxismo riferito (anche in presenza di segni clinici) sia reale soprattutto nel caso di parafunzione diurna. Se il paziente sostiene di essere un digrignatore notturno, può essere utile condurre un esame polisonnografico atto a dirimere ogni dubbio. Anche se questo tipo di indagine rimane il gold standard diagnostico, l’esame EMG va considerato un valido ausilio nello screening del bruxismo notturno. Gli apparecchi EMG messi a punto per la valutazione notturna del tono muscolare, invece, non possono ancora raggiungere una completa validità d’uso, perché non in grado ancora di discernere appieno gli episodi di bruxismo dalle contrazioni miocloniche idiopatiche che possono presentarsi in alcuni pazienti.

Sarebbe dunque consigliabile che i pazienti gnatologici riportino in maniera approfondita la propria sintomatologia all’odontoiatra. Questi, in seconda fase, saprà riconoscere i pazienti con le problematiche maggiori, suggerendo loro un percorso diagnostico adeguato o demandandoli a centri di cura specializzati.

Bruxismo: il ruolo dell’elettromiografia di superficie - Ultima modifica: 2015-07-14T08:58:52+00:00 da redazione

1 commento

  1. […] diagnostici della gnatologia hanno grande utilità nello studio dei casi delle parafunzioni quali bruxismo e serramento. Una volta inquadrata la gravità della problematica, è possibile mettere in atto una […]

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