Possiamo definire biofilm un conglomerato di microrganismi che si circondano di una matrice polimerica complessa, definita anche slime, contenente principalmente proteine, polisaccaridi e materiale genetico. La ricerca, nel corso degli anni, ha messo in luce il fatto che moltissime specie microbiche, in particolare batteriche, tendono ad organizzarsi come biofilm al fine di aumentare la propria resistenza agli agenti antibatterici e garantirsi, così, una maggiore sopravvivenza.

Il film microbico gioca un ruolo fondamentale nelle due principali patologie di competenza odontoiatrica. Comprendere al meglio la struttura e la biologia dello stesso è fondamentale ai fini della comprensione dei processi eziopatogenetici che stanno dietro alla patologia cariosa ed alla malattia parodontale.

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Diversi anni si sono resi necessari a comprendere quale fosse l’interazione tra la biopellicola e il substrato orale e con tutta probabilità altri nodi devono ancora essere sciolti.

Volendo prendere in esame il ruolo nella patogenesi della gengivite, quindi della parodontite, inizialmente si era pensato che queste derivassero in toto dalle risposte dell’individuo alla sola presenza del biofilm: in alcuni processi patogenetici nel nostro organismo, in effetti, il fatto che i batteri siano così organizzati ha un ruolo più importante rispetto a quali siano i ceppi coinvolti. Riportare lo stesso modello in ambito parodontale sarebbe però semplicistico. In primo luogo, non potremo ritrovare a livello sottogengivale la stessa popolazione del sopragengiva, data la differenza fra questi due ambienti. Esistono differenze anche tra la placca presente sul dente naturale rispetto a quella che si forma su superfici artificiali.

Gli studi di Socransky hanno portato a classificare i batteri parodontali in complessi diversi a seconda del loro ruolo.

La placca dentale è un importante esempio di biofilm; possiamo semplificare il processo di formazione in 5 passaggi principali:

  1. vengono adsorbite sulla superficie del dente alcune sostanze idrofobe e macromolecole: si forma la pellicola acquisita, formata da mucine e anticorpi;
  2. si verificano alterazioni della carica elettrica e dell’energia libera della superficie, aumentando l’aderenza batterica. Alcuni batteri aderiscono tramite fimbrie, altri necessitano di una prolungata esposizione per aderire saldamente. Per primi aderiscono i gram +, in seguito i gram – anaerobi;
  3. i batteri adesi possono passare da uno stato di quiescenza ad uno di intensa attività replicativa e secretiva (vengono infatti prodotte nuove componenti di membrana);
  4. i batteri si replicano, aumentando il volume del film e favorendo ulteriormente l’adesione;
  5. gli strati profondi della pellicola vengono a trovarsi in condizione di anaerobiosi; i batteri presenti in tali zone producono sostanze in grado di aggredire i tessuti parodontali.

In conclusione, risulta intuitivo come questa struttura sia in grado di difendersi, almeno parzialmente, da una strategia terapeutica esclusivamente farmacologica; possiamo dire che questa sia la base microbiologica dell’approccio meccanico e, in primo luogo, dello spazzolamento.

Biofilm del cavo orale: come si forma la placca dentale - Ultima modifica: 2015-09-11T08:34:14+00:00 da redazione

1 commento

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