Approccio semplificato ai disordini temporo-mandibolari

In conclusione, si può affermare che, soprattutto in presenza di condizioni non clinicamente severe, un approccio semplificato di tipo comportamentale possa comportare dei benefici per il paziente gnatologico con disordini temporo-mandibolari.

Frattura condilare anchilosi atm elettromiografia di superficie gnatologia bruxismo_disturbi temporo-mandibolari

I disordini temporo-mandibolari comprendono una serie di condizioni differenti dal punto di vista clinico, componendo un corollario di sindromi algico-disfunzionali di approccio complesso. Tra segni e sintomi si ritrovano dolore a carico della stessa articolazione temporo-mandibolare e della muscolatura masticatoria, limitazioni della mobilità mandivolare, rumori (click) e blocchi (lock) articolari, mal di testa e otalgia.

Si tratta di un quadro verosimilmente sottostimato, che interessa il 4-12% della popolazione, con una frequenza doppia nel sesso femminile e un picco tra la terza e la quinta decade.

Pubblicità

Una gestione completa della condizione passa per l'oggettivazione della gravità della stessa, l'individuazione dei fattori causali, quindi per la correzione e prevede spesso un approccio polistrumentale e polispecialistico che non tutti i pazienti sono in grado di affrontare, per tempi e costi. Partendo da tale constatazione, un gruppo di lavoro neozelandese ha condiviso la propria esperienza relativa a un protocollo di intervento semplificato, non multidisciplinare, pubblicando su Oral Medicine i dati relativi a 162 pazienti – l'87% dei quali donne, con età media complessiva pari a 49 anni – seguiti per un anno.

Tutti i pazienti riportavano un quadro, persistente o intermittente (comunque oltre i 3 mesi) di dolore orofacciale e sono stati seguiti per un totale di un anno presso il service di medicina orale dell'ospedale di Christchurch.

I pazienti sono stati sottoposti al protocollo del Canterbury District Health Board, consistente, dopo inquadramento clinico (pure semplificato), nell'autoapplicazione di calore e nello svolgimento di esercizi terapeutici. Questi ultimi consistono in tecniche di stretching attivo o passivo. A essi sono abbinate terapie di tipo comportamentale, orientate alla prevenzione di abitudini viziate.

Ciascun paziente è stato richiamato a intervalli trimestrali atti a valutare l'andamento della sintomatologia e della qualità della vita; a questi sono stati eventualmente sommati controlli straordinari in caso di richiesta da parte del paziente. Ai pazienti non rispondenti alla terapia sono stati invece inviati per un approccio multidisciplinare, dunque più vicino al gold standard dei protocolli gnatologici più completi.

Il periodo di trattamento è proseguito per una media di 20.8 mesi, inducendo una riduzione del valore di VAS da una media di 6.9 a 2.0. Anche per quanto l'implementazione della funzionalità masticatoria sono stati rilevati miglioramenti netti, come anche per lo score della qualità di vita, completato per un totale di 33 componenti del campione.

In conclusione, si può affermare che, soprattutto in presenza di condizioni non clinicamente severe, un approccio semplificato di tipo comportamentale possa comportare dei benefici per il paziente gnatologico con disordini temporo-mandibolari.

Approccio semplificato ai disordini temporo-mandibolari - Ultima modifica: 2019-09-18T06:50:20+00:00 da redazione
Approccio semplificato ai disordini temporo-mandibolari - Ultima modifica: 2019-09-18T06:50:20+00:00 da redazione