Dopo una serie di visite con esito negativo alla ricerca di una causa della cefalea di sua figlia, una giovane mamma si rivolse anche all’odontoiatra. Oculista, otorino e pediatra non erano ancora giunti a una diagnosi, sia pure di sospetto, mentre la bambina assumeva magnesio, integratori e ibuprofen in attesa di visita neurologica. Dopo un’attenta anamnesi (anche familiare) e l’esame obiettivo, l’odontoiatra giunse alla conclusione che si trattava di bruxismo notturno e, poiché si avvicinava la fine dell’anno scolastico, prescrisse solo una serie di raccomandazioni, tra cui quella di tenere un diario dei sintomi. Come previsto, questi si ridussero di molto per gravità e frequenza e non fu necessario usare una placca di svincolo. Questo caso è solo un esempio del ruolo importante che può svolgere l’odontoiatra nelle patologie “di confine” come il bruxismo, a cui è dedicata questa rassegna.
Associazione tra bruxismo notturno dell’adulto e altri disturbi correlati con il sonno
Kuang B, Li D, Lobbezoo F, de Vries R, Hilgevoord A, de Vries N, Huynh N, Lavigne G, Aarab G. Associations between sleep bruxism and other sleep-related disorders in adults: a systematic review. Sleep Med. 2022 Jan;89:31-47.
Del bruxismo è stata spesso osservata la coesistenza con altri disturbi correlati con il sonno come la sindrome delle gambe senza riposo, Gerd, epilessia, disturbi della fase Rem. Gli autori di questa revisione sistematica hanno estratto dalla letteratura 37 ricerche per determinarne la prevalenza negli adulti afflitti questi disturbi e per individuare i meccanismi fisiopatologici alla base di tale comorbidità. Il risultato è che il bruxismo colpisce effettivamente più spesso questi pazienti rispetto alla popolazione generale, in particolare interessa metà degli adulti con apnea ostruttiva notturna. Il meccanismo in comune è quello degli sleep arousal, cioè risvegli incompleti nella prima fase del sonno che solitamente durano pochi minuti e sono indotti da un aumento di attività del sistema simpatico. Sulle reciproche influenze tra le due patologie sono state elaborate diverse teorie, una delle quali assegna al bruxismo un ruolo preventivo, in quanto la protrusione mandibolare eviterebbe la riduzione del volume delle prime vie aeree che è causa degli episodi di apnea notturna (Manfredini D et al Theories on possible temporal relationships between sleep bruxism and obstructive sleep apnea events. An expert opinion. Sleep Breath. 2015 Dec;19(4):1459-65). Analogamente la stimolazione della secrezione salivare indotta dal digrignamento potrebbe essere un meccanismo compensatorio nei pazienti con Gerd.
La definizione del bruxismo ieri, oggi e domani. Che cosa deve sapere un protesista?
Manfredini D, Ahlberg J, Lobbezoo F. Bruxism definition: Past, present, and future - What should a prosthodontist know? J Prosthet Dent. 2022 Nov;128(5):905-912.
Un articolo che riassume bene i termini di una questione in costante divenire: da condizione patologica, il bruxismo notturno è stato amnistiato e riclassificato in un particolare tipo di attività motoria che non si deve definire disturbo del sonno in un individuo sano e che potrebbe avere perfino effetti protettivi. Formulando il quesito con il metodo PICO (Population, Intervention, Comparison, Outcome) gli autori hanno cercato di dare indicazioni operative certe agli odontoiatri e, in primo luogo, ai protesisti. Come spesso avviene, i risultati disponibili sono talvolta contraddittori e non sostengono una relazione indiscutibile tra bruxismo (accertato con polisonnografia) e una qualsiasi conseguenza a danno dell’apparato stomatognatico, in particolare disturbi temporomandibolari e fallimenti implantari.
Le guide di disclusione delle placche di svincolo nei disturbi temporomandibolari e nel bruxismo notturno
Denardin ACS, do Nascimento LP, Valesan LF, Da Cas CD, Pauletto P, Garanhani RR, Januzzi E, Hilgert LA, de Souza BDM. Disocclusion guides in occlusal splints on temporomandibular disorders and sleep bruxism: a systematic review. Oral Surg Oral Med Oral Pathol Oral Radiol. 2023 Jan;135(1):51-64.
Anche questa revisione soffre di limiti quantitativi e qualitativi, nonostante le placche di svincolo siano dispositivi ampiamente e lungamente usati. Dopo avere identificato 16 ricerche per un totale di 620 soggetti, gli autori possono scrivere soltanto che non vi sono dati sufficienti per consigliare l’uso della guida canina invece dell’occlusione bilanciata. Infatti, entrambe si sono dimostrate significativamente efficaci nel ridurre il dolore rispetto a un placebo, mentre nel confronto diretto nessuna differenza rilevante è emersa per quanto riguarda l’apertura orale, la qualità del sonno e l’attività muscolare. Contro placebo, invece, la sola guida canina ha dimostrato di agire positivamente su questi parametri.
Revisione sistematica del trattamento del bruxismo notturno nell’adulto
Minakuchi H, Fujisawa M, Abe Y, Iida T, Oki K, Okura K, Tanabe N, Nishiyama A. Managements of sleep bruxism in adult: A systematic review. Jpn Dent Sci Rev. 2022 Nov;58:124-136.
Nel corso del tempo sono stati proposti numerosi metodi terapeutici oltre alla classica placca di svincolo e altri dispositivi orali: terapia cognitiva-comportamentale, biofeedback, tossina botulinica e una serie di farmaci, tra cui antipertensivi e inibitori di pompa protonica. Trattandosi di un disturbo per la cui diagnosi nelle ricerche disponibili non sempre si ricorre a quello che è considerato il metodo più affidabile, cioè polisonnografia con elettromiografia, i dati disponibili non permettono di trarre conclusioni definitive, anche a causa delle insufficienze metodologiche più volte evidenziate in questa rubrica (campioni numericamente limitati, eccetera). Gli autori concludono, comunque, che i dispositivi orali sono sicuri e relativamente efficaci per ridurre frequenza e intensità del bruxismo.
Anche il biofeedback, in particolare gli apparecchi che stimolano elettricamente la cute sovrastante i muscoli temporali quando la loro contrazione diventa eccessiva, riduce significativamente gli episodi di bruxismo, ma non vi sono studi sugli effetti a lungo termine. Per i farmaci, invece, il rapporto costo/beneficio è ancora tutto da scoprire.
Correlazioni tra bruxismo e reflusso gastroesofageo (Gerd) e loro effetti sui tessuti duri dentali
Nota A, Pittari L, Paggi M, Abati S, Tecco S. Correlation between Bruxism and Gastroesophageal Reflux Disorder and Their Effects on Tooth Wear. A Systematic Review. J Clin Med. 2022 Feb 19;11(4):1107
Un gruppo milanese è l’autore di questa ricerca bibliografica sul rapporto tra due noti nemici di smalto e dentina: bruxismo e Gerd. Dopo avere individuato e analizzato cinque articoli che rispondevano ai criteri di selezione, gli autori scrivono che esiste una relazione tra le due noxae, che possono quindi agire sinergicamente, potenziando il danno ai tessuti duri. Da qui l’importanza del ruolo di sentinella che può svolgere l’odontoiatra nel rilevare le lesioni precoci e nell’indirizzare il paziente per gli approfondimenti diagnostici del caso. Dall’articolo (liberamente accessibile in rete) si apprende che il sesso femminile è quello più a rischio: infatti, in presenza di bruxismo (soprattutto diurno ma anche notturno) aumenta la probabilità che coesista anche il Gerd, specialmente se questo è insorto da tempo. Illuminante a questo proposito è una ricerca in cui il campione è stato seguito per anni: all’inizio la lesione dello smalto si limitava alle superfici linguali (presenza di solo Gerd) mentre dopo cinque anni le lesioni interessavano anche le altre superfici.
Il trattamento del bruxismo notturno idiopatico nel bambino
Casazza E, Giraudeau A, Payet A, Orthlieb JD, Camoin A. Management of idiopathic sleep bruxism in children and adolescents: A systematic review of the literature. Arch Pediatr. 2022 Jan;29(1):12-20.
I limiti descritti per i pazienti adulti sono ancora più evidenti nella popolazione pediatrica, per la quale i dati disponibili sono minori e manca ancora uno standard diagnostico di riferimento. La sua incidenza è stimata tra il 6 e il 30% con un picco intorno all’epoca puberale, oltre la quale si riduce drasticamente. Attualmente non è più considerata una patologia se si tratta di soggetti altrimenti in buona salute. Gli autori di questa revisione sistematica sono riusciti a rintracciare otto ricerche cliniche piuttosto disomogenee: i metodi terapeutici oggetti di studio andavano, infatti, dalla placca di svincolo al disgiuntore palatale ai farmaci, poiché alcuni campioni sperimentali includevano bruxisti con apnea ostruttiva del sonno. Sulla base di queste premesse raccomandano quindi un approccio caso per caso, valutando l’eventuale presenza di disturbi del sonno o della respirazione in collaborazione con gli altri specialisti. Restano, comunque, indicazioni positive sull’uso dei dispositivi orali che, pur non eliminando il bruxismo, riducono la cefalea e la dolenzia muscolare al risveglio, mentre gli effetti positivi del disgiuntore palatale nei pazienti con riduzione dei diametri mascellari sono ancora da consolidare; dati promettenti arrivano anche dalle terapie cognitivo-comportamentali miranti al rilassamento muscolare.