Allergia al lattice: dai guanti in vinile allo studio latex-free

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Come molte problematiche collegate ai processi di anafilassi, l’allergia al lattice sembra essere sottovalutata da parte della popolazione generale e, in alcuni casi, non solo da essa. Eppure i canali d’informazione stanno sempre più frequentemente affrontando questo tema in maniera sistematica, viste quelle che possono esserne le implicazioni.

Come noto, l’allergia al lattice può manifestarsi in un soggetto in forma di rash cutaneo presso la sede di contatto, come rinite allergica o attraverso manifestazioni anche più gravi, su tutte lo shock anafilattico.

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Un’altro punto da sottolineare è il fatto che il lattice sia frequentemente coinvolto nel meccanismo delle allergie crociate: nella fattispecie, diversi vegetali contengono proteine simili a quelle del lattice. Nel momento in cui il soggetto manifesta una chiara sintomatologia allergica, il medico può imporre la rinuncia a diversi alimenti ortofrutticoli; tra questi, alcuni frutti secchi e tropicali, coste di sedano, pomodori, rape, spinaci e molti altri. Ironia delle sorte, è stata individuata una correlazione anche con il Ficus benjamina, spesso ancora una presenza fissa nelle sale d’aspetto degli studi medici.

L’allergia al lattice fa parte del complesso ambito delle malattie professionali: tra le categorie maggiormente a rischio ritroviamo, per ovvi motivi, i lavoratori coinvolti nella produzione della gomma naturale e dei suoi derivati. Oltre a loro, poi, gli ospedalieri e, in generale, gli operatori del settore sanitario molti dei i quali, per forza di cose, hanno quotidiana e ripetuta necessità di indossare guanti monouso. Sembra però semplicistico addurre la causa esclusivamente a questi ultimi, anche perché negli ultimi anni possiamo dire che i materiali sintetici (guanti in vinile ad esempio)abbiano soppiantato in molti casi l’utilizzo del vecchio guanto naturale. Come recita lo slogan della American Latex Allergy Association, però, c’è dell’altro oltre ai guanti.

È interessante, poi,che nel contesto della pratica odontoiatrica molti professionisti, all’estero soprattutto, abbiano iniziato a promuovere i propri studi privati garantendoli come latex free. Questo, oltre a lasciar supporre che in altri paesi, in particolare negli Stati Uniti, la sensibilizzazione sulla problematica sia maggiormente radicata anche nella popolazione, fa riflettere su quanto sia ormai semplice adeguarsi.

Tornando nello specifico, dunque, moltissimi materiali di utilizzo comune, a cominciare dalle siringhe monouso, sono ormai garantite come prive di lattice. Molti altri che normalmente conterrebbero lattice – caso clamoroso, la diga in gomma – sono ormai ampiamente disponibili anche latex free.

Attrezzarsi per superare del tutto questo materiale, tuttavia, permette anche di limitare fortemente l’esposizione del paziente non allergico, oltre che quella del professionista e dei suoi collaboratori. Diverse ricerche, infatti, dimostrano come quella al lattice rimanga la patologia allergica a maggior incidenza tra gli odontoiatri.

Proprio per ben informare e prevenire eventi allergici con decreto n° 22303 del 24.09.2001, la Regione Lombardia ha deciso di emanare delle Linee-Guida di riferimento per tutte le Aziende Ospedaliere regionali. Nel documento è riconosciuta la problematica sanitaria e di salute pubblica dei soggetti affetti da allergia al lattice e viene fatto espresso invito alle Aziende Ospedaliere ad allestire un gruppo di lavoro apposito affinché almeno in ogni provincia esista una sala operatoria con percorso “Latex-safe

Allergia al lattice: dai guanti in vinile allo studio latex-free - Ultima modifica: 2015-09-03T08:30:36+00:00 da redazione

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