Il deposito di film batterico costituisce il principale e indispensabile fattore che induce l’inizio e sostiene anche la progressione della malattia parodontale.
Per questo, sia la terapia causale che la terapia di supporto di forme, rispettivamente, iniziali e avanzate si basano principalmente sul debridement di placca e tartaro dalle superfici radicolari.
Normalmente questa manovra viene condotta meccanicamente, mediante l’utilizzo di curette manuali o punte ultrasoniche: ricorrere periodicamente a manovre di questo tipo, però, può portare, alla lunga, a danno a livello di tessuti sia duri che molli.
Per limitare danni di questo tipo, che possono portare a ipersensibilità dentinale e a problemi anche più gravi, è stato proposto l’impiego, in alternativa, dell’air-polishing con polveri a base di glicina o trealosio a ridotta abrasività. Le evidenze confermano la capacità di questi prodotti nel raggiungere risultati simili a quelli della strumentazione manuale o ultrasonica a un costo biologico più contenuto, almeno a livello dei tessuti duri. In più, l’air-polishing ha dimostrato anche vantaggi in termini di confort per il paziente e anche di tempi operativi.
Un altro punto critico riguardante la strumentazione manuale e ultrasonica riguarda la raggiungibilità del sito: è il caso, ad esempio, del coinvolgimento delle forcazioni. Queste, anche se esposte, rappresentano senza dubbio un elemento di difficoltà in termini anatomici e, allo stesso tempo, un punto critico da mantenere adeguatamente deterso.
Recentemente, è stato introdotta una polvere a base di eritrolo, a bassa abrasività e con caratteristiche, in generale, similari a quelle della glicina. Queste è indicata all’uso subgengivale ed è stata già validata, rispetto al debridement meccanico, in almeno due studi clinici e microbiologici. Da ultimo, Ulvik si è proposto di implementare tali evidenze, concentrandosi sulla valutazione dell’efficacia a livello dei difetti di forcazione. Tale proposito è stato messo in atto in un lavoro prospettico, da poco pubblicato su BMC Oral Health.
La detersione delle forcazioni
Lo studio ha coinvolto un totale di 20 pazienti, tutti interessati bilateralmente da difetti di II grado delle forcazioni a livello di molari inferiori. È stato possibile impostare l’indagine secondo un modello split-mouth: dal lato di controllo, debridement convenzionale con punta ultrasonica, dall’altro, appunto, il sistema test di air-polishing con eritrolo. Entrambi i trattamenti sono stati somministrati ogni 3 mesi per un anno (quindi un totale di 5 volte per lato).
La valutazione clinica a 12 mesi ha evidenziato, su entrambi i lati, una riduzione significativa del sondaggio, come anche un incremento, significativo però solo nel lato controllo, del livello di attacco clinico. L’air-polishing si conferma, anche in questo studio, alternativa percorribile, in virtù del maggior confort riferito dai pazienti.
Riferimenti bibliografici sull'air-polishing
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33478480/