Accuratezza nella programmazione dello stripping nei trattamenti con clear aligner

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Il trattamento ortodontico con clear aligner ha conosciuto una notevole diffusione clinica, in virtù dei numerosi vantaggi rispetto al fisso tradizionale, legati a estetica, comfort, controllo dell'igiene orale e salute parodontale.

Tra i diversi fattori che influenzano gli outcome del trattamento, gli autori considerano l’eventuale necessità di mettere in atto una riduzione dello smalto interprossimale – in altre parole uno stripping – e l’accuratezza con cui tale intervento viene eseguito.

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Questo tipo di intervento è indicato frequentemente nel corso di trattamenti ortodontici, con l’obiettivo di ridurre i diametri mesio-distali delle corone, al fine di risolvere i casi di affollamento lieve o moderato, correggere anomalie morfologiche e discrepanze dell’indice di Bolton o gestire le papille gengivali evitando i cosiddetti “black triangles”.

Da un punto di vista pratico, vengono comunemente impiegate strisce abrasive o frese diamantate o al carburo di tungsteno.

Nel contesto di un trattamento con allineatori, anche la necessità di stripping è valutata in fase di programmazione virtuale e l’entità dello stripping previsualizzata. L’atteso deve però essere traslato nella realtà: un gruppo di lavoro a maggioranza italiana, in questo senso, ha constatato la povertà di studi affidabili riguardanti la predicibilità dello stripping in vivo. Hanno pertanto condotto uno studio clinico atto a valutare quantitativamente lo smalto rimosso e, conseguentemente, lo spazio ricavato, confrontandoli con l’atteso del setup digitale, nel contesto di trattamenti con clear aligner.

L’indagine ha coinvolto un totale di 10 ortodontisti certificati, reclutati in maniera casuale. Per ogni clinico sono stati valutati 4 casi clinici tutti trattati con clear aligner e stripping manuale, per un pool totale di 40 pazienti. Per ciascuna delle 80 arcate, considerate individualmente, sono state effettuate le misurazioni mesio-distali nella zona compresa tra i secondi premolari. 61 sono (29 superiori e 32 inferiori), in realtà, le arcate effettivamente sottoposte a stripping.

La differenza tra la riduzione pianificata e quella eseguita è risultata pari, in media, a 0.55 mm in arcata superiore (contro il 1.09 mm pianificato) e 0.82 mm (contro 1.43 mm) in quella inferiore. Nella maggior parte dei casi, è stata osservata una tendenza alla sottostima, è stato rimosso cioè meno tessuto rispetto a quanto atteso.

L'accuratezza è stata stimata al 44.95% per l'arcata superiore e al 37.02% per quella inferiore. Traslate in millimetri, comunque, tali differenze sono da considerare statisticamente non significative e, quindi, non rilevanti sul piano clinico.

In conclusione, nella pratica, pur conscio della tendenza alla sottostima evidenziata, l’ortodontista potrà fare affidamento sulla programmazione digitale dello stripping nel contesto del trattamento con clear aligner.

Riferimenti bibliografici

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7385051/

Accuratezza nella programmazione dello stripping nei trattamenti con clear aligner - Ultima modifica: 2020-08-14T07:57:16+00:00 da redazione
Accuratezza nella programmazione dello stripping nei trattamenti con clear aligner - Ultima modifica: 2020-08-14T07:57:16+00:00 da redazione

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