Durante l’ultimo Consiglio direttivo OMCeO di Torino sono state ratificate le prime 95 sospensioni per professionisti non vaccinati: 71 iscritti all’Albo dei Medici, 12 a quello degli Odontoiatri e 12 con doppia iscrizione.
«Venerdì 10 settembre ho portato in Comitato Centrale FNOMCeO il voto contrario della componente odontoiatrica, analoga a quella del presidente provinciale OMCeO, Giustetto. Quindi, Torino ha preso una posizione nettissima, contraria a quella della Federazione e a quella della Regione Piemonte» spiega il presidente della Commissione Albo Odontoiatri di Torino, Luigi D’Agostino.
«Questa decisione, da un punto di vista legale, deriva dall’aver definito chiaramente quali sono gli ambiti e i paletti intorno ai quali ci muoviamo. Sulla base della legge, i medici non vaccinati sono automaticamente sospesi da qualunque mansione che preveda il rapporto interpersonale. Quindi non mettiamo in atto una sospensione assoluta, ma solo relativa agli ambiti in cui esiste tale rapporto interpersonale. Se, per assurdo, un radiologo refertasse dal proprio studio, dove non ha contatto con altre persone, potrebbe continuare a farlo in via telematica, anche se non vaccinato.
Si potranno continuare a fare i consulti telefonici, ma non si potranno visitare i pazienti. Secondo questa logica, automaticamente, l’odontoiatra, che opera a stretto contatto con il paziente, deve chiudere.»
E prosegue: «Abbiamo comunque intenzione di convocare tutti i medici e gli odontoiatri non vaccinati per valutare se ci siano implicanze deontologiche da considerare. Andranno verificati quei possibili casi che possono contemplare, ad esempio, un odontoiatra in pensione, ancora iscritto all’Albo, ma che non esercita, oppure di un odontoiatra che ha patologie tali che gli impediscono la vaccinazione, e in questi casi non avverrà alcuna sospensione. Ma, qualora si trattasse di medici dichiaratamente contrari ai vaccini e che avessero diffuso messaggi contrari alla vaccinazione, potrebbero sussistere anche complicanze deontologiche».
«Questa situazione – conclude D’Agostino – resterà tale almeno fino al 31 dicembre, con la scadenza o il rinnovo delle misure di emergenza pandemica. Dal 1° gennaio 2022, gli Ordini si troveranno ad agire in conseguenza alle direttive che saranno decise dal Governo.»