Impatto del parametro vitale pressorio sulle terapie odontoiatriche

La pressione sanguigna rappresenta uno dei parametri vitali fondamentali nel monitoraggio di un paziente in ambito ospedaliero e viene valutata anche nella messa in atto di vari trattamenti medici ambulatoriali. Il paziente trattato in ambulatorio odontoiatrico, normalmente, non viene sottoposto questo tipo di controllo. In realtà, già dal 1974 l'American Dental Association raccomanda la routinaria misurazione della pressione sanguigna all'interno degli studi dentistici, indicazione poi ribadita nel 2006. Essendo l'ipertensione una patologia a elevata prevalenza (attestabile al 45% nella popolazione statunitense adulta), rilevare il dato pressorio nel paziente odontoiatrico, almeno in sede di prima visita, può avere un'utilità in termini di screening, nel riconoscimento di casi non diagnosticati.

Considerando le possibili ripercussioni dirette dell'ipertensione, generalmente la letteratura indica come non esposta a rischi l'esecuzione di trattamenti medici ambulatoriali in presenza di pressione elevata, indicando un valore ideale di 130/80 mmHg nell'anziano e definendo un cutoff di 180/110 mmHg per l'esecuzione di procedure chirurgiche.

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Gli eventi avversi legati a ipertensione non controllata sono aneddotici anche per quanto riguarda strettamente le procedure odontoiatriche.

La maggior parte delle linee guida concorda nell'indicare lo stesso valore di 180/110 mmHg come soglia di tolleranza massima, oltre la maggior parte delle procedure dentali andrebbe evitate, con il paziente da screenare dal punto di vista anamnestico e farmacologico e, eventualmente, da inviare al medico di base.

Si consideri il tema dal punto di vista anestesiologico. Nell'inquadramento preoperatorio del paziente, il medico considera diversi fattori

in primo luogo, la natura della procedura viene valutata per urgenza e rischio.

Una terapia anche elettiva, se giudicata a elevato rischio, richiede in genere un ambiente protetto, eventualmente un regime di anestesia generale e comunque il monitoraggio invasivo. Considerando le procedure in sé, quelle odontoiatriche sono da considerarsi a basso rischio e pertanto effettuabili in ambultario, in regime di anestesia locale e senza uno specifico monitoraggio dei parametri vitali. Tale giudizio può cambiare nel momento in cui si valutano le comorbidità dei pazienti. Quelli affetti da gravi patologie cardiache e respiratorie, tipicamente, possono essere considerati controindicati alle terapie ambulatoriali. Le linee guida assicurano comunque la non necessità di rivalutazione nel caso di paziente (cardiopatico per esempio) controllato.

In assenza di conseguenze dirette dell'ipertensione a livello ambulatoriale, le attuali indicazioni prevedono, piuttosto che cancellare tout-court i trattamenti elettivi, di inquadrare il paziente (l'iperteso di lungo termine può rispondere in maniera esagerata all'anestesia) e di prevenire i valori pressori estremi, addizionando magari procedure atte a minimizzare l'ansia legata aò trattamento e all'anestesia in particolare.

Riferimenti bibliografici

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/32067694

 

 Impatto del parametro vitale pressorio sulle terapie odontoiatriche - Ultima modifica: 2022-10-10T06:14:47+00:00 da redazione
 Impatto del parametro vitale pressorio sulle terapie odontoiatriche - Ultima modifica: 2022-10-10T06:14:47+00:00 da redazione