La solitudine dei numeri uno

Dino Re

Si accendono i riflettori sul palcoscenico di uno dei tanti congressi a cui la nostra professione ci ha abituato da quando sono proliferate, numerose, le società scientifiche. Sul palco del teatro, fatto proprio alla causa per l’occasione, l’Odontoiatria manda in scena uno dei suoi campioni. Nel buio della sala si avvicina al podio e, schiaritosi la voce, intraprende un percorso sapiente tra i casi da lui seguiti nel corso degli anni, scelti per trattare l’argomento. Tra follow-up invidiabili e terapie ben riuscite non passa inosservata una costruzione in punta di fioretto delle diapositive, armoniche, intuitive, moderne. Mentre scorrono le immagini, il relatore si sofferma volutamente su una di esse ed esclama: «Ho impiegato più tempo a creare gli effetti speciali di questa slide che a realizzare il caso stesso, per cui spero proprio vi piaccia!». Orgoglioso della relazione preparata per giorni e che riassume la sua esperienza, mostra poi il suo ultimo video clinico, quindi ringrazia per l’attenzione dedicatagli, e attende…

Cala il sipario sull’atto, un applauso convinto ma scarso di decibel si alza nella sala e le luci mostrano lo sparuto pubblico accorso all’evento. Il relatore ringrazia, rinfodera la sua preparazione affilata che aveva spinto all’esasperazione nei giorni antecedenti all’evento, pur di essere pronto a qualsiasi tipo di domanda. Il controinterrogatorio che si era prefigurato non andrà in scena quel giorno.

Pubblicità

In queste poche righe trova forma la mia perplessità su quello che rappresentano oggi i congressi, una volta sentiti come momento associativo imprescindibile e oggi in buona parte avviati verso una inevitabile decadenza. Trovare un’unica spiegazione di questa tendenza è assai difficile e sembrano molti i fattori che spingono sempre meno colleghi, specialmente giovani, ad allontanarsi da questi eventi.

Proverò a concentrarmi su alcuni aspetti per me cruciali. L’informazione oggi è in ogni campo sempre più accessibile grazie a riviste, siti Web, portali di aggiornamento multimediale, social per la ricerca scientifica, piattaforme per la condivisione dei risultati raggiunti; questa enorme mole di dati, immagini e video è spesso liberamente fruibile o, nel peggiore dei casi, consultabile previo pagamento di abbordabili cifre. Se soppesiamo queste risorse con spostamenti, alberghi e astensione dal lavoro, obbligatori per la partecipazione ai congressi, è facile capire che questo rappresenta uno degli elementi chiave che sta spingendo sempre più persone verso la formazione a distanza.  Aggiungiamo poi che il numero delle società scientifiche e dei congressi è tanto elevato da poter riempire l’agenda di un odontoiatra quantomeno per tre giorni alla settimana, imponendo così una scelta che spesso va a scapito dei numeri registrati specialmente dalle realtà medio-piccole. Da ultimo, ciò che mi preme di più e che vedo più da vicino con i miei studenti: il cambiamento del mercato del lavoro in odontoiatria. Una volta terminata l’università, i giovani per la maggior parte si trovano a essere catapultati in realtà sempre più imprenditoriali e lontane dall’idea dell’eccellenza clinica “da Congresso”; quelli che scelgono di intraprendere un cammino virtuoso, prediligono spesso corsi dove poter approfondire soprattutto praticamente quanto di loro interesse.

Osservando ogni sfaccettatura della vicenda, balena chiaramente come sia necessario dare una svolta e far evolvere le realtà associative verso qualcosa di più moderno e completo capace di dare, ai propri numeri uno, un pubblico da formare, cosicché, ancorché primi, non restino soli.

Dino Re

La solitudine dei numeri uno - Ultima modifica: 2017-11-02T08:00:41+00:00 da Dino Re

2 Commenti

  1. Analisi ineccepibile e veritiera caro Dino. La memoria corre nel passato alle nostre prime partecipazioni a Congressi – in verità dei veri e propri corsi clinici – dove, in cinema di seconda, venivano richiamati anche fino a ottocento, mille Colleghi ( abusivi compresi ) per sentire e vedere il Fabio e il Giancarlo e chi organizzava, di solito l’intraprendente simpatico Dentista di quella citta’, si sentiva pur esso elevato a Maestro delle Cerimonie e della Cultura, ricevendo applausi, onori e regali quasi come i primi attori. Sono trascorsi trent’anni e tutti siam voluti salire sul palco, tutti abbiam voluto la Società Scientifica, tutti il loro giardino da coltivare. “ La comunicazione sarà ( e’) il Futuro della nostra professione “ ( Carlo Guastamacchia) , la stessa che ha reso facile e comoda l’acquisizione delle nozioni e che qualche “cattivello” direbbe…favorendo anche l’eccellenza di tanti casi presentati, a volte, impiegando più tempo a mettere a posto gli effetti speciali rispetto alla veridicità del caso nudo e crudo. Non mi dilungo sul fatto dei Congressi Sponsor dei propri corsi privati piuttosto che anime pubblicitarie di materiali e metodi. Qui si scivolerebbe rapidamente nel significato intrinseco di “etica professionale” che al momento dimostra gravi scompensi sistemici e ripetuti.
    Il giovane ma anche il professionista navigato stenta ad essere presente, non trova più la rotta: si sente un tagliato fuori, non ha le possibilità di mettere in pratica eccellenze difficilmente ripetibili con costanza nella routine attuale, non si trova coinvolto nel mondo delle pubbliche relazioni e dell’industria. Loro stessi, come il collega sul palco, tutti soli all’infinito.
    E allora? Soluzioni? Provoco? Buttiamo via computer e attrezzature digitali ( da che pulpito! ), stiamo zitti tutti per due anni, ritroviamoci con Carousel, diapositive e numeri. Si vedranno meno relatori, meno eccellenze, meno società scientifiche e più Colleghi interessati. E’ impossibile, lo capisco. Allora rassegnamoci ad avere la cultura dell’aggiornamento dalla così detta nuova comunicazione( da Wikipedia in giù ) o applichiamoci in modo serio riferendoci a quei piccoli gruppi di studio, ai seri Master, alle Summer Schools, al vero e proprio “Tell, Show and Do “ di anglosassone memoria che dovrà essere perseguito con sobrietà e profonda onesta’. Senza troppi mercanti in giro per il Tempio.

  2. Il canale di informazione migliore è ormai il web , comodo , immediato e gratis. Al colloquiun dental a Brescia tanti partecipanti e tanti giovani. Standing ovation e un paio di minuti di applausi per un relatore. Sto notando che per raggiungere l eccellenza non basta più impegnarsi ma servono una serie di attrezzature inarrivabili dalla maggior parte dei colleghi. I congressi rimangono degli show oramai e per chi come me ne frequenta parecchi ogni anno non ci sono ‘grandi novità ‘ …

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome