Nell’attività clinica di tutti i giorni, la malattia parodontale è una patologia di frequente risconto che può manifestarsi con forme e gravità differenti, mantenendo sempre un carattere cronico-degenerativo.
L’Associazione Americana di parodontologia definisce la parodontite cronica come un’infiammazione della gengiva che si estende all’adiacente apparato di supporto del dente. Essa è caratterizzata dalla perdita di attacco clinico (CAL) dovuto alla distruzione del legamento parodontale e dell’osso di supporto adiacente.
Il sondaggio parodontale è l’esame fondamentale che consente di stimare la perdita di attacco, segno patognomonico della parodontite.
Il sondaggio parodontale si effettua con una sonda parodontale millimetrata e standardizzata, con una pressione di circa 30 g,(20 per sondare gli impianti perchè le fibre sono disposte parallelamente).
Durante il sondaggio si valutano:
- profondità delle tasche parodontali
- l’estensione delle recessioni
- il coinvolgimento delle forcazioni (sonda di nabers)
- il sanguinamento al sondaggio
- presenza di tartaro o restauri debordanti.
- mobilità degli elementi
Il sondaggio parodontale deve essere effettuato facendo scorrere la sonda lungo tutta la circonferenza di ogni elemento dentale. Le registrazioni nella cartella clinica vengono effettuate in posizioni standard, normalmente sei siti per elemento:
mesiovestibolare, centrovestibolare, distovestobolare, mesiolinguale, centrolinguale e distolinguale. L’estensione della recessione a alutata con una sonda millimetrata.
Il coinvolgimento della forcazione ha diversi gradi di gravità a seconda della perdita di attacco orizzontale interradicolare:
- grado 1: perdita orizzontale dei tessuti di sostegno che non supera di un terzo l’ampiezza del dente
- grado 2: perdita orizzontale dei tessuti di sostegno oltre un terzo dell’ampiezza del dente ma non interessa l’intera forcazione
- grado 3: perdita orizzontale dei tessuti di sostegno ”passante” in tutta l’area della forcazione.
Il rilievo della mobilità dentale completa l’esame obiettivo. È importante ricordare che la mobilità può essere di origine parodontale, traumatica, endodontica e va valutata attraverso l’applicazione di leggere forze vecicolate attraverso due strumenti e non con le dita.
- Classe 0 : mobilità fisiologica.
- Classe 1: mobilità leggermente aumentata, lievi spostamenti orizzontali
- Classe 2: mobilità decisamente aumentata senza impedimento funzionale, spostamenti in senso orizzontale
- Classe 3: mobilità notevole con impedimento funzionale, spostamenti anche in senso verticale
Trattandosi di una patologia multifattoriale, non si dovrà sottovalutare alcuna informazione, pertanto si procederà ad un’attenta raccolta dei dati anamnestici.