La sensibilità dentinale è una condizione piuttosto diffusa, in grado di causare forte disagio ai pazienti fino a condizionarne il benessere quotidiano. Si manifesta come una risposta dolorosa, breve e acuta a uno stimolo esterno che impatta la dentina esposta. Si stima che questa problematica colpisca il 20-40% della popolazione, in particolare di sesso femminile. Per un corretto approccio è importante individuare prontamente le cause e supportare i pazienti con opzioni adeguate a promuovere la remineralizzazione di smalto e dentina.

 

 

Il ruolo delle recessioni gengivali nella sensibilità dentinale

Fattori eziologici cruciali nello sviluppo della sensibilità dentinale sono le recessioni gengivali, spesso conseguenza di traumi o di malattia parodontale. Si verificano in seguito a una migrazione della gengiva in senso apicale, oltre la giunzione smalto cemento, che provoca l’esposizione di una maggiore quota di dentina.
La presenza di recessioni può comportare notevoli disagi per il paziente, sia di natura estetica, sia di natura algica a causa della comparsa, appunto, di sensibilità dentinale. È una condizione che può riscontrarsi di frequente in pazienti affetti da malattia parodontale, nei quali è causata principalmente dalla degradazione dei tessuti di sostegno del dente provocata dall’attività batterica e dall’infiammazione.

La recessione gengivale può essere enfatizzata anche da alcune terapie attuate per trattare la parodontite stessa, ad esempio procedure chirurgiche resettive che modificano l’architettura della gengiva o terapie non chirurgiche che possono aumentare la migrazione dei tessuti in seguito alla risoluzione dell’edema infiammatorio.

Nell’ambito delle terapie parodontali, la maggior parte dei pazienti che riceve una strumentazione non chirurgica riferisce un aumento della sensibilità dentinale, con una prevalenza di circa l’85%; questa sensibilità spesso persiste per un periodo limitato, fino a quattro settimane, ma talvolta impiega più tempo a risolversi.

Altri fattori favorenti la sensibilità dentinale sono i traumi da spazzolamento, le erosioni provocate da sostanze acide o una particolare anatomia di base. Anche alcune tecniche di sbiancamento professionale possono favorirla, sebbene in modo transitorio.

 

L’obiettivo: ridurre il dolore e proteggere la dentina dai processi cariosi

Un aspetto importante da considerare è che le recessioni gengivali possono aumentare il rischio di sviluppare carie, poiché la dentina esposta è molto più vulnerabile al processo carioso; si è visto che la presenza di recessioni, inoltre, ha un’incidenza più elevata nella popolazione anziana, il cui cavo orale spesso è caratterizzato da uno scarso flusso salivare e, di conseguenza, da meccanismi naturali di difesa ridotti nei confronti della carie.

Nell’immediato, per aiutare i pazienti a trovare pronto sollievo dalla sensibilità dentinale e, al contempo, per agire sulla dentina con un’azione di rinforzo, è possibile ricorrere a mousse, dentifrici e collutori dall’effetto desensibilizzante e remineralizzante facili da utilizzare a domicilio per l’igiene orale quotidiana. Questo suggerimento si rivela ancora più importante per i pazienti affetti da parodontite, che devono effettuare il controllo meccanico domiciliare del biofilm allo scopo di ricostituire la stabilità dei tessuti parodontali. Alleviare l’eventuale sensibilità dentinale che potrebbe presentarsi dopo le terapie per la parodontite aiuta il paziente a perseguire il suo obiettivo; ridurre in modo tempestivo il disagio significa anche motivare il paziente a rispettare le sedute di richiamo e/o mantenimento necessarie alla terapia, confortando il suo timore che il dolore si ripresenti ogni volta con più intensità.

 

 

Evidenze scientifiche e ingredienti funzionali

Grazie alla ricerca scientifica, oggi l’impiego di sostanze funzionali dalle proprietà chimiche, fisiche, morfologiche e meccaniche analoghe alle strutture biologiche presenti in natura può stimolare, in un ambiente fisiologico, processi simili a quelli che avvengono in presenza di tessuto biologico naturale, favorendo la remineralizzazione di lesioni cariose iniziali e creando una barriera contro la sensibilità dentinale.

Per gestire la sensibilità dentinale e il rischio carie, gli obiettivi auspicabili sono:

  • abbattere il dolore con un rapido effetto desensibilizzante;
  • occludere i tubuli dentinali;
  • proteggere dalla sensibilità nel tempo;
  • remineralizzare rapidamente smalto e dentina inducendo una nuova fase minerale più resistente agli attacchi degli acidi e agli insulti meccanici.

 

Tra le sostanze supportate da evidenze scientifiche, che in rigorosi test clinici di verifica hanno dimostrato di attenuare la sensibilità dentinale e di proteggere i tessuti dalla carie, inclusa quella radicolare, oggi esistono complessi brevettati in grado di interagire chimicamente con i tessuti duri del dente, depositando una nuova fase minerale in continuità con quella naturale preesistente. Sono a base di:

  • Idrossiapatiti multisostituite. La sostituzione con specifici ioni ne aumenta le caratteristiche biomimetiche, la biocompatibilità e la bioattività.
  • Calcio fosfato amorfo (ACP). È un materiale non cristallino privo di acqua libera e altamente reattivo. Nel cavo orale, a contatto con la saliva, si converte rapidamente in nuova idrossiapatite, il precursore naturale di smalto e dentina. In virtù del rapido rilascio di ioni attivi e della ridotta dimensione delle particelle, l’utilizzo di ACP consente di ottenere un effetto di obliterazione dei tubuli dentali esposti e responsabili della sensibilità dentinale, donando immediato sollievo al paziente.
  • Fluoro. Contribuisce alla formazione di fluoroapatite, molto più resistente all’attacco degli acidi; inoltre, il fluoro possiede proprietà antibatteriche e inibenti l’adesione dei patogeni sulle superfici.
  • Sali di potassio. Riducono il dolore dovuto a fattori termici e tattili.
  • Magnesio. È stato osservato che il magnesio è abbondante nell’osso in neoformazione, per diminuire nell’osso maturo. La sostituzione del calcio nella molecola di idrossiapatite accelera il processo di remineralizzazione perché promuove la crescita di nuovi cristalli e la riparazione della dentina.
  • Stronzio. La sostituzione nella molecola dell’idrossiapatite promuove la stabilizzazione dei cristalli neoformati.
  • Citrato. Viene aggiunto per ricoprire esteriormente le particelle di F-ACP stabilizzando e migliorandone le caratteristiche biomimetiche. Inoltre, migliora la capacità di neutralizzare gli acidi prodotti dalla placca batterica, presupposto utile a favorire il processo di remineralizzazione.
  • Carbonato. La sua presenza aumenta la solubilità del complesso e la biodisponibilità degli ioni attivi calcio, fosfato e fluoro.

sensibilità dentinale

 

La prevenzione prima di tutto

Per un’azione urto si rivelano efficaci le formulazioni in mousse professionali o domiciliari. Per un’azione prolungata nel tempo e per ottenere un effetto sinergico, i pazienti che presentano recessioni, esposizione delle forcazioni, erosione e abrasione dentale oppure hanno un elevato rischio di insorgenza di carie radicolari o sono stati sottoposti a trattamenti ortodontici fissi o mobili o di sbiancamento, possono trarre beneficio da dentifrici e collutori composti da un’innovativa miscela a base di due idrossiapatiti che offre un ulteriore effetto remineralizzante e desensibilizzante.

 

Sensibilità dentinale e rischio carie: un binomio da gestire con soluzioni immediate - Ultima modifica: 2023-11-27T10:23:38+00:00 da Redazione
Sensibilità dentinale e rischio carie: un binomio da gestire con soluzioni immediate - Ultima modifica: 2023-11-27T10:23:38+00:00 da Redazione

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