Rompere gli schemi

e comunicare per crescere

Paolo Pegoraro

È scoppiata l’estate: Il Dentista Moderno apre la bella stagione con un appuntamento importante, il suo Congresso Internazionale di Milano, che coinvolge odontoiatri e igienisti. Un’occasione fortunata e imperdibile: e, benché i temi siano non banali, sono molti i giovani che si sono iscritti, pronti a misurarsi con relatori di fama internazionale su argomenti certamente clinici ma spesso ignorati dall’Accademia, per sua natura poco portata all’innovazione e alle tecnologie, nonché a mixare tematiche tecniche con altre di portata più ampia (la sostenibilità, gli equilibri del pianeta).

I giovani: non se ne è mai parlato tanto come in questi anni di crisi. Esiste davvero un conflitto tra generazioni? I giovani troveranno un lavoro soddisfacente o saranno costretti ad anni e anni di “sala d’attesa” prima che i colleghi più anziani, in molti casi a loro volta in difficoltà, cedano le armi per ritirarsi in pensione?

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Occorre dire che recenti indagini riportano come tra una decina d’anni sia previsto il progressivo pensionamento di un numero molto importante di odontoiatri, in particolare laureati in medicina e chirurgia, specialisti e non, per arrivare a quello che può definirsi un anno di svolta, il 2025, in cui addirittura è previsto il dimezzamento del numero dei dentisti in Italia. Ma siccome la crisi è oggi, ed è oggi e non domani che occorre mangiare, forse dovremmo offrire ai più giovani parole che non siano soltanto di speranza o di magra consolazione. Senza colpevolizzarli troppo se si danno da fare nei centri low cost: che c’è di male?, e tutto sommato perfino se cedono alla tentazione di laurearsi all’estero per dribblare il numero chiuso. Sul quale ho sempre nutrito qualche dubbio: la selezione la dovrebbero fare non i quiz d’ingresso ma esami seri e indigesti, come si usava un tempo.

È il corso di studi che seleziona, e deve farlo senza pietà non tanto per un malinteso spirito protezionistico nei confronti degli iscritti all’ordine, quanto piuttosto per il paziente. Il quale di questi tempi è l’anello fragile della catena: si cura meno d’un tempo e quindi fa meno prevenzione (con un certo cinismo si potrebbe dire che “investe” sull’odontoiatra che lo curerà domani), è frastornato da proposte di viaggi all’estero-vacanze-e-cure-comprese, dalle allettanti profferte dei centri discount, dalle minacciose prospettive di disastri oro-buccali qualora scelga di curarsi in altri lidi. E poi l’odontoiatria pubblica che un giorno sembra risorgere e l’altro no, e le terapie che si fanno più sofisticate ma più complesse, man mano che il conto corrente alza più in alto il suo lamento accorato.

Che dire quindi ai giovani neolaureati? Sono certamente l’ultimo a poter avanzare proposte o prospettare soluzioni. Lascio all’Andi le indagini sul futuro occupazionale e confido nella stoffa dei giovani: io credo che le loro esigenze non siano le stesse di un tempo ma si siano fatte invece più elevate e forse, a causa dell’ansia, più impellenti e precise. E allora consiglio ai giovani di tirare un respiro profondo e di mantenersi in forma e aggiornati, magari iniziando dal Congresso Internazionale di Milano dai corsi FAD del Dentista Moderno, insomma da quelle occasioni che mettono insieme il sapere e il saper fare e consentono di comunicare con quanti hanno già percorso un bel tratto di cammino e sono disponibili a condividere con loro la propria esperienza professionale e scientifica.

Intanto teniamoci in contatto attraverso i post di questo sito, così frequentato, e la pagina Facebook del Dentista Moderno, che ha quasi diecimila follower (un fenomeno mediatico?) ed è un segnale evidente del desiderio del dentista di uscire dalla porta del proprio studio, di rompere l’isolamento e di comunicare.

Rompere gli schemi - Ultima modifica: 2015-06-29T10:34:18+00:00 da Paolo Pegoraro

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