Rischi di bloodborne infection negli spray odontoiatrici

 

Risultati

Prevalenza della contaminazione salivare: il 94% dei campioni del tratto esterno e il 100% del tratto interno al riunito hanno evidenziato incremento di contaminazione da Streptococchi orali (tabella 1). Nessuna relazione significativa è stata rivelata, mediante regressione lineare, tra la contaminazione del tratto esterno e quella interna al riunito. L’incremento di contaminazione nel tratto più interno del circuito, procedendo dal primo al terzo paziente, aumentava con progressione significativa (p = 0,0004) (Analisi della varianza – tabella 2).

Pubblicità

Tra tutte le variabili, soltanto il numero progressivo del paziente manifesta una correlazione con l’incremento di contaminazione (Regressione multipla – tabella 3). I campioni prelevati al termine della cura dal riunito che applicava il metodo di disinfezione interna dei condotti sono risultati tutti negativi agli Streptococchi orali, sia nel tratto esterno sia nel tratto più interno del circuito idrico; mentre i campioni prelevati dopo l’esecuzione del flussaggio erano in grande maggioranza positivi agli Streptococchi orali, con percentuali medie di carica residua intorno al 36% della carica iniziale (tabella 4).

Discussione

Dai risultati ottenuti, appare chiaro come durante le comuni terapie odontoiatriche (endodontiche o conservative) si verifichi una contaminazione del circuito idrico del riunito con microrganismi di origine umana e che tale contaminazione non è limitata al tratto immediatamente a monte della turbina ma giunge fino alle parti più interne del circuito, anche dopo un periodo di utilizzo dello strumento relativamente breve (4-5 minuti). Si è anche osservato che un flussaggio di due minuti, pur se protratto per una durata quattro volte superiore alla raccomandazione ADA, non è in grado di eliminare la contaminazione e contrastare il fenomeno della bloodborne infection, esponendo pertanto il paziente a un rischio di ricevere agenti infettivi durante il trattamento.

L’unica variabile, tra quelle inizialmente valutate, che si è dimostrata influente sulla contaminazione dei circuiti idrici del riunito è rappresentata dal numero d’ordine del paziente: la carica di Streptococchi orali è risultata, infatti, costantemente in crescita dal primo al terzo paziente, in tutte le prove effettuate. Nel riunito con il processo di disinfezione ad alto livello tutti i campioni prelevati dopo trattamento e ciclo di sterilizzazione erano esenti da Streptococchi orali, sia nei due ml iniziali (a monte della turbina), sia nei 70 ml successivi provenienti dall’interno del riunito. Appare dunque opportuno illustrare gli aspetti strutturali e procedurali che hanno permesso di ottenere il risultato descritto.

L’agente sterilizzante utilizzato è lo ione peracetico, generato dall’associazione di TAED e perossidante in soluzione acquosa, che presenta uno spettro di attività completo (sporicida, virucida e battericida) e tempi di azione significativamente brevi e compatibili con le operazioni di riordino del gabinetto odontoiatrico dopo ciascun paziente. Lo stesso disinfettante si è rivelato in grado di demolire progressivamente il biofilm nei condotti22,30,31. Elementi interessanti per l’impiego di questo disinfettante sono anche la stabilità del prodotto allo stato solido (TAED e perossidante) e il fatto che la soluzione disinfettante non è classificata come pericolosa, tossica, nociva o irritante e, di conseguenza, non presenta particolari rischi né per la manipolazione né per un eventuale contatto accidentale con il cavo orale del paziente30.

Anche dal punto di vista strutturale, il riunito che applica il metodo di disinfezione presenta alcune peculiarità: infatti, vengono eliminati i segmenti ciechi del circuito (i cosiddetti rami morti), sostituiti i componenti idraulici che usualmente presentano camere interne cieche con altri progettati allo scopo e privi di questi inconvenienti, distaccata l’alimentazione dalla rete idrica e alimentati gli spray degli strumenti con un liquido sterile all’origine da un sistema di alimentazione indipendente. Le modifiche strutturali hanno permesso di raggiungere ogni parte del circuito con il flusso di disinfettante senza lasciare settori o particolari non trattati.

Ovviamente, il circuito e i suoi componenti sono stati realizzati con materiali resistenti al contatto con l’agente disinfettante, per non causare danni all’apparecchiatura e per non generare rilascio di ioni metallici che potessero compromettere la compatibilità biologica dei liquidi erogati dall’apparecchiatura. È, altresì, necessario sottolineare l’importanza della realizzazione di un processo in grado di esaltare le proprietà biocide del disinfettante che preveda, da un lato, una corretta tempistica di contatto disinfettante-pareti del circuito e, dall’altro, l’eliminazione di ogni residuo del prodotto a fine trattamento.

Rischi di bloodborne infection negli spray odontoiatrici - Ultima modifica: 2009-10-26T09:19:15+00:00 da Redazione

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome