Rigenerazione ossea guidata con membrane non riassorbibili

Quando è obbligatorio suddividere i due interventi

Il secondo parere sul caso clinico presentato da Giacomo Santoro è quello di Massimo Simion

«La rigenerazione ossea guidata, oggigiorno», spiega Massimo Simion, «richiede un elevato livello di associazione tra conoscenze scientifiche, capacità cliniche dell’operatore e collaborazione da parte del paziente al fine di ottenere i presupposti biologici adeguati (rapporto ematico, stabilità della ferita, rispetto delle tempistiche di guarigione) per la realizzazione dei processi rigenerativi.

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Giacomo ha eseguito un buon caso, la corretta progettazione della fase ricostruttiva ossea e l’efficace gestione dei tessuti molli hanno portato all’ottenimento del risultato richiesto dal paziente e voluto dal clinico. Occorre tuttavia tener presente che l’approccio scelto, se non gestito correttamente, può portare a complicanze che mi sembra corretto evidenziare.

Unire la parte di rigenerazione ossea verticale e orizzontale alla procedura di rialzo del seno mascellare è una scelta che si può fare, ma che può portare, in caso di esposizione della membrana stessa, a eventuali infezioni profonde del seno mascellare con le complicanze connesse e il rischio di dover rimuovere tutto il materiale utilizzato durante l’intervento. Per questo motivo non suggerisco l’utilizzo della tecnica combinata al collega giovane che si sta avvicinando per le prime volte alla chirurgia ossea rigenerativa. Suddividere i vari interventi, per chi è meno esperto, permetterà di diminuire la percentuale di rischi intra e post operatori.

Per quanto riguarda la risposta alla domanda di Giacomo, i parametri che portano a scegliere se eseguire un unico intervento o due interventi distinti sono quindi correlabili all’abilità e all’esperienza dell’operatore, tuttavia ci sono delle situazioni anatomiche e cliniche dove è comunque obbligatorio suddividere i due interventi.

Mi riferisco a quei casi nei quali vi è una continuità diretta tra seno mascellare e tessuti molli orali, dove la porzione ossea tra la membrana del seno mascellare e i tessuti molli della cavità orale non è rappresentata. In questi casi è doveroso eseguire una prima fase chirurgica per poter ricostruire la porzione ossea all’interno del seno mascellare (proprio per la stretta continuità, l’accesso al seno mascellare non sarà più laterale ma crestale), per poi seguire una seconda fase chirurgica, che sarà facilitata dalla presenza dell’osso neoformato, al fine di ricreare la porzione ossea mancante in senso verticale/orizzontale».

Rigenerazione ossea guidata con membrane non riassorbibili - Ultima modifica: 2017-12-01T15:57:25+00:00 da Redazione