La ricostruzioni estetiche dirette con mascherina in silicone

Negli ultimi hanno sono state proposte numerose novità nella realizzazione dei casi di riabilitazione conservativa e protesica in odontoiatria, tanto che si è iniziato a parlare diffusamente di odontoiatra cosmetica come di una branca a sé stante.

In questi casi è utile che il professionista assicuri le fasi del trattamento raggruppando le sequenze operative in due fasi principali: lo studio del caso e il protocollo realizzativo.

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Il caso viene inquadrato dal punto di vista clinico-obiettivo, radiografico e soprattutto attraverso la documentazione fotografica e lo studio dei modelli.

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Viene preso come esempio il caso di una frattura coronale a carico di un incisivo superiore, che rappresenta un modello semplice e suggerisce uno standard operativo ormai consolidato. Nella fattispecie il caso viene condotto tramite restauro diretto in composito, tenendo conto di una serie di fattori, quali ad esempio l’età, il numero di denti coinvolti (uno in questo caso), esigenze del paziente ed esperienza clinica dell’operatore.

In casi come quello delineato, oggi non è più concepibile disgiungere le due fasi, studio e realizzazione pratica. In altre parole, al giorno d’oggi, la maggior parte dei protocolli sconsiglia di realizzare il restauro “a mano libera”, anche ai più esperti.

In molti dei protocolli disponibili, è previsto l’utilizzo di un elemento di transizione tra lo studio dei modelli e la fase clinica: si tratta della mascherina preformata in silicone.

Una volta rilevata l’impronta e sviluppato il modello viene effettuata una ceratura diagnostica: sempre in laboratorio, su questo modello viene prodotta una mascherina che faccia da guida al restauro. Ciò richiede naturalmente dei tempi di attesa e, di fatto, sarebbe anche possibile realizzare direttamente alla poltrona la mascherina. Per decisioni di questo tipo, è sempre consigliabile muoversi di comune accordo con il paziente.

Una volta posizionata in bocca, la mascherina permette con molta facilità il ripristino guidato dell’anatomia coronale a partire dal versante palatale, modellato in smalto direttamente contro la superficie della mascherina. L’odontoiatra procede quindi stratificando il materiale composito in direzione buccale: in questo caso si utilizza una dentina che riproduca il corpo del dente, formando anche elementi caratteristici come le mammellonature. L’ultimo strato, più o meno spesso, rappresenta infine lo smalto vestibolare.

Quella appena illustrata rappresenta solo una delle applicazioni delle mascherine in silicone, che trovano oggi applicazione nella protesi fissa, ad esempio nella realizzazione di elementi provvisori caratterizzati e addirittura in protesi rimovibile, nella quale possono facilitare anche sensibilmente alcune delle fasi di laboratorio.

La ricostruzioni estetiche dirette con mascherina in silicone - Ultima modifica: 2016-04-10T07:58:23+00:00 da redazione

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