La resistenza antimicrobica è una delle sfide più urgenti in medicina e odontoiatria, con i batteri resistenti agli antibiotici che rendono molte infezioni difficili da trattare. Un recente studio, condotto presso l'Università Federale di São João del-Rei e l'Istituto di Fisica São Carlos dell'Università di São Paulo, Brasile, ha esplorato un approccio innovativo: l'uso della luce come strumento antimicrobico.
Luce blu: una nuova frontiera
Lo studio evidenzia come la luce blu (400-470 nm) possa essere un potente alleato contro i batteri. Agendo sulle porfirine presenti nei microrganismi, questa luce genera specie reattive dell'ossigeno (ROS) che distruggono le cellule batteriche senza la necessità di fotosensibilizzanti aggiuntivi. In odontoiatria, l’uso combinato di luce blu e curcumina ha già mostrato promettenti risultati nel trattamento delle infezioni dentali.
Altre lunghezze d'onda
Anche la luce verde (495-570 nm) e quella rossa (620-750 nm) presentano potenzialità antimicrobiche. La luce verde, utilizzata con il fotosensibilizzante Rose Bengal, accelera la guarigione delle ferite e riduce la vitalità di batteri resistenti come Pseudomonas aeruginosa. La luce rossa, invece, è efficace nella terapia fotodinamica antimicrobica (aPDT) e penetra più in profondità nei tessuti, rendendola utile per trattare infezioni localizzate.
Potenziamento degli antibiotici
Un altro aspetto interessante è la capacità della luce di potenziare gli antibiotici tradizionali. Aumentando la permeabilità della membrana batterica e inibendo i meccanismi di resistenza, la luce potrebbe diventare un complemento essenziale nel trattamento delle infezioni resistenti.
Conclusioni
Lo studio, pubblicato su Evidence-Based Dentistry, conferma dunque che la luce, nelle sue diverse lunghezze d'onda, ha un potenziale significativo come alternativa o complemento agli antimicrobici tradizionali. Sebbene la strada per garantire la sicurezza e l'efficacia di questi trattamenti sia ancora lunga, la luce potrebbe diventare una risorsa chiave nella lotta contro la resistenza antimicrobica, riducendo la dipendenza dagli antibiotici e migliorando la gestione delle infezioni.