Radioprotezione in ortodonzia

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La raccolta di immagini radiografiche è spesso un ausilio imprescindibile nella pianificazione in ortodonzia.

Classicamente, l’ortodontista si basa principalmente su immagini bidimensionali: il tracciato cefalometrico, per esempio, viene eseguito sulla teleradiografia latero-laterale del cranio. Ultimamente, alcuni autori hanno spinto lo sviluppo della radiologia tridimensionale, mettendo a punto sistematiche in grado di definire i parametri ortodontici sulla scansione CBCT.

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Sempre considerando gli ultimi anni, peraltro, si è assistito a un generale incremento della domanda di trattamenti ortodontici, anche nella fascia adulta della popolazione. Conseguentemente, è aumentato anche il numero di esami radiografici richiesti.

Il paziente subadulto merita sempre particolare attenzione da un punto di vista di radioprotezione. Questo non solo in quanto essi presentano alcuni tessuti soggetti a forte metabolismo replicativo. Più semplicemente, un cranio di dimensioni ridotte tende ad assorbire una dose radiante maggiore.

Questi aspetti risultano ancora più importanti nel momento in cui le evidenze iniziano a supportare l’indicazione, entro certi parametri clinici, all’uso della cone beam in ortodonzia. Per quanto si possano implementare la sicurezza dei macchinari e mettere in atto misure protettive sempre più efficaci, una TC emetterà sempre più radiazioni di una scansione bidimensionale di pari generazione.

Quante radiazioni da esami a scopo ortodontico?

Partendo da questi presupposti, il gruppo di lavoro di Lee si è proposto di valutare e confrontare dosi assorbite ed efficaci delle tecniche radiografiche ortodontiche convenzionali con quelle della TC cone beam, in bambini, adolescenti e adulti.

Gli sperimentatori hanno predisposto fantocci da radiologia dotati di dosimetri: uno con modello antropometrico di un bambino di 10 anni, uno adulto e, a simulare un paziente adolescente, un fantoccio con i parametri di un adulto di sesso femminile. Questi sono stati sottoposti a ortopantomografia, radiografia postero-anteriore, latero-laterale e CBCT.

I dosimetri sono stati inseriti in precisi slot, a rappresentare specifiche regioni di interesse: midollo osseo, encefalo, cute, ghiandole salivari, tiroide ed esofago. I tessuti più estesi, come midollo e cute, sono stati misurati su più punti del cranio.

La dosimetria permette di rilevare la dose assorbita, quella efficace viene ricavata con l’ausilio dei fattori di ponderazione tessuto-specifici, secondo indicazioni ICRP.

Alla panoramica, la dose assorbita più elevata è stata ritrovata a livello delle parotidi nel soggetto pediatrico e delle ghiandole sottomandibolari nell’adulto.

Per quanto riguarda le altre due tecniche radiografiche convenzionali, la dose assorbita tende a concentrarsi sui versanti tissutali investiti per prima dalle radiazioni, quello posteriore per la postero-anteriore, appunto, e la destro nel caso della latero-laterale.

Considerando, infine, la TC cone beam, le dosi assorbite massime sono state rilevate a livello del cristallino; il dato più interessante è però quello della dose effettiva, risultata più alta nell’adolescente, poi nell’adulto e infine nel bambino. Nel confronto con le tecniche tradizionali, però, la dose effettiva nel bambino è risultata 13.7 volte superiore, divario questo superiore a quello rilevato nell’adolescente (11 volte) e nell’adulto (8.7 volte).

Riferimenti bibliografici a proposito della radioprotezione in ortodonzia

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Radioprotezione in ortodonzia - Ultima modifica: 2021-04-08T06:11:19+00:00 da redazione
Radioprotezione in ortodonzia - Ultima modifica: 2021-04-08T06:11:19+00:00 da redazione

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