Pubblicità sanitaria: Aio, le novità sono un passo avanti, ma non bastano

Fausto Fiorile, presidente dell'Associazione italiana odontoiatri (Aio), è uno dei membri della Cabina di regia dell'odontoiatria, compagine nata per affrontare i temi più urgenti della professione: si riunirà nuovamente il prossimo mese di novembre 2018

Pubblicità sanitaria solo informativa. Controllo preventivo da parte degli Ordini. Obbligo per le strutture di dotarsi di un direttore sanitario unico iscritto all’Ordine territorialmente competente dove opera il centro sanitario. Sono le novità, contenute nella legge di bilancio 2019 appena approvata, frutto di un lavoro condiviso da AIO, ANDI, CAO e FNOMCEO. Una conquista innegabile, ma saranno sufficienti a preservare il mondo sanitario dalla commercializzazione della salute? Cos’altro servirebbe? È quanto abbiamo chiesto a Fausto Fiorile, presidente dell’Associazione italiana odontoiatri (Aio). Uno dei membri della cabina di regia dell’odontoiatria che tanto ha lavorato proprio su questo tema.

Un passo avanti

La pubblicità sanitaria, così come concepita nella legge di bilancio 2019, secondo Aio è una conquista. “Non sarà sufficiente riportare i messaggi pubblicitari sotto il controllo dell’Ordine”, dice Fausto Fiorile, presidente di Aio, l’Associazione italiana odontoiatri, “ma è un primo passo significativo. Abbiamo sostenuto l’emendamento dell’onorevole Rossana Boldi perché lo ritenevamo in sintonia con la posizione assunta e sostenuta a livello politico da AIO nel corso degli anni. Posizione tra l’altro condivisa nell’ultimo periodo con tutte le più importanti rappresentanze della professione. Partendo da un’analisi comune circa la necessità di cambiare le regole della pubblicità sanitaria, con ANDI e la CAO abbiamo in passato portato avanti battaglie parallele. Ora la consapevolezza che è fondamentale unire le forze, ci ha portato a condividere anche le stesse azioni comuni”.

Pubblicità

Ricordiamoci, dice Fiorile, che questo primo risultato è solo l’inizio di un percorso per cambiare un paradigma che si è consolidato negli ultimi 10 anni. “La deregulation avvenuta nell’ambito della pubblicità sanitaria”, spiega il presidente di Aio, “ha contribuito a creare un comune pensiero che sta minando un caposaldo. La premessa fondamentale per una cura di qualità, cioè il rapporto fiduciario medico-paziente è a rischio. Oggi è comune l’idea tra la gente che cambiare continuamente il proprio dentista, alla ricerca del preventivo più conveniente, sia necessario oltre che utile per ottenere la cura migliore. Niente di più falso! Non si può accettare come normale il fenomeno che vede i pazienti migrare da uno studio all’altro alla ricerca di “terapie mirabolanti” al costo più basso. I pazienti meritano grande rispetto e attenzione e se vogliamo recuperare la loro fiducia il cambio di paradigma deve partire da noi, dai nostri comportamenti quotidiani”.

Per combattere la “subcultura” sanitaria, ripartiamo dalla prima visita

È l’atto medico per eccellenza che non deve e non può essere banalizzato alla preparazione di un preventivo per attrarre il paziente. “Chiedere un corrispettivo economico per una visita che il professionista svolge con diligenza e meticolosità”, dice Fiorile, “significa lanciare un messaggio culturale molto importante nei confronti dei nostri pazienti. La visita ha un valore profondo perché da lì si parte per risolvere i problemi con soluzioni che devono sempre tendere alla mini-invasività. I nostri pazienti, cui vogliamo bene e vogliamo dedicare il massimo del nostro impegno, devono sapere che altrettanto impegno, e non ci riferiamo solo a quello economico, chiediamo loro per la loro salute.

Se vogliamo combattere la “subcultura” della mercificazione nella cura odontoiatrica dobbiamo iniziare anche da questi atti apparentemente piccoli. Eppure sono quelli che hanno invece un’importanza fondamentale nel differenziare il nostro comportamento di medici rispettosi del codice deontologico, da quello di investitori che hanno come unico scopo il guadagno, spesso da ottenere a tutti i costi”.

Dentista a km zero

La norma che ha introdotto l’obbligo per il direttore sanitario odontoiatra di essere iscritto all’Ordine della Provincia dove esercita, secondo Aio rappresenta un passo nella direzione giusta. “Dopo quasi 10 anni di militanza nel consiglio di un Ordine provinciale, a Trento in qualità di Presidente CAO”, dice Fiorile, “posso dire con certezza che se un direttore sanitario non è iscritto là dove il centro dentale opera, c’è un problema. Ricordiamolo! Il direttore sanitario deve essere il garante del buon funzionamento della struttura sanitaria e per questo deve poter essere controllato nel suo operato dall’Ordine provinciale in cui svolge il suo ruolo, così come lo sono tutti gli iscritti”.

C’è bisogno di recuperare il rapporto fiduciario con i pazienti che il fenomeno della “commercializzazione” delle prestazioni sanitarie sta minando. “Aio lo sostiene da tempo e già nel 2013”, ricorda Fiorile, “aveva lanciato il messaggio del “Dentista a Km zero”, vale a dire del professionista che lavorando e assumendosi la responsabilità nei confronti della comunità in cui opera, costruisce con i propri pazienti una relazione di cura e fiducia durevoli

Pubblicità sanitaria sotto l’egida dell’Ordine

Ce la faranno gli Ordini professionali a svolgere il compito di controllori? Se lo chiedono in molti. “Intervenire per sanzionare o denunciare non è mai la cosa migliore che si possa fare”, dice Fiorile, “non per niente riteniamo che la strada giusta sia quella della prevenzione dei comportamenti sbagliati. Tuttavia, i presidenti CAO di fronte al lavoro da fare per tutelare i pazienti e la professione non si sono mai tirati indietro. Nonostante i pochi strumenti a disposizione hanno sempre svolto con la massima dedizione il loro ruolo. L’emendamento  approvato è uno strumento in più. Analizzeremo strada facendo i risultati, ma personalmente sono molto fiducioso“.

 

Pubblicità sanitaria: Aio, le novità sono un passo avanti, ma non bastano - Ultima modifica: 2019-01-03T12:37:35+00:00 da Pierluigi Altea

1 commento

  1. Vediamo se si riesce a fare rispettare la giusta norma del direttore sanitario a km 0……e mi chiedo ma vale anche per gli Ospedali?

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