L’analisi, condotta da Kharchi e colleghi e pubblicata nel 2020 su Primary Dental Journal, è stata impostata su studi sperimentali e osservazionali, allo scopo di valutare i risultati delle procedure di endodonzia rigenerativa eseguite su denti permanenti non vitali in pazienti tra i 6 e i 16 anni di età. Il protocollo prevede l’utilizzo di qualunque tipologia di irrigante disinfettante combinato con un medicamento interno non antibiotico (idrossido di calcio).
Gli elementi erotti o in eruzione soggetti a traumi (delle forze traumatiche acute o un processo cronico, come le lesioni cariose), sono sottoposti a devitalizzazione e, poiché ciò comporta mancanza di sviluppo completo della radice, il dente viene definito immaturo.
In pazienti giovani, la gestione adeguata è quella di mantenere più a lungo possibile questo elemento, cercando di ripristinarne estetica e funzione e facendo sì che si mantenga un corretto sviluppo dentale.
L’European Society of Endodontology raccomanda un protocollo basato su due appuntamenti: nella prima fase l’obiettivo è creare un ambiente canalare asettico e consentire l’iniziale guarigione periapicale; nella seconda fase lo scopo è richiamare cellule staminali della papilla apicale (SCAP) vicino all’apice radicolare (tra legamento e osso).
Le attuali raccomandazioni, in tema di disinfezione, prevedono l’utilizzo di un irrigante associato a idrossido di calcio o pasta antibiotica: ciò dovrebbe portare a risultati paragonabili alle procedure di apicificazione .
L’obiettivo del lavoro è stato identificare studi empirici che esaminassero protocolli di endodonzia rigenerativa, sintetizzarli, valutarne la qualità e, infine, individuarne le implicazioni cliniche.
Sono state eseguite ricerche su diversi database, selezionando infine 5 studi, tutti condotti in accordo con le linee guida dell’American Association of Endodontists o dell’European Society of Endodontology.
Per quanto concerne la scelta dell’irrigante, è stata confermata l’efficacia dell’ipoclorito di sodio, che può essere legittimamente indicato come gold standard, da utilizzare a una concentrazione fra l’1.5 e il 3%. Per quanto riguarda i medicamenti intracanalari, sono stati riconosciuti vantaggi nell’uso di idrossido di calcio.
Questa analisi, pur applicando criteri di selezione rigidi e protocolli corretti, difetta di un database ampio.
Le attuali raccomandazioni indicano come, in presenza di dente immaturo non vitale, si debba procedere con apicficazione. La revisione si propone, però, di stabilire un protocollo alternativo, meno invasivo. Saranno pertanto necessarie ulteriori ricerche che conducano a nuove conferme.
Ciò che possiamo concludere è che:
- l’utilizzo di ipoclorito di sodio combinato con idrossido di calcio è in grado di garantire un ambiente asettico nel canale radicolare di un dente permanente, immaturo e non vitale, eliminando sintomi e segni clinici e radiografici (o quantomeno andando a ridurli);
- l'endodonzia rigenerativa ha un grande potenziale in odontoiatria, ma richiede evidenze più concrete a lungo termine per poter dare ulteriori giudizi a riguardo.
Riferimenti bibliografici
- Kharchi AS, Tagiyeva-Milne N, Kanagasingam S. Regenerative Endodontic Procedures, Disinfectants and Outcomes: A Systematic Review. Prim Dent J. 2020 Dec;9(4):65-84.
- American Association of Endodontists . Endodontics: colleagues for excellence newsletter, regenerative endodontics. [Internet]. New York: American Association of Endodontists; 2016.