Polizze: sempre meno regioni scelgono di affidarsi a compagnie assicurative

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Polizze troppo costose per gli ospedali statali: molte regioni hanno intrapreso la strada delle autoassicurazioni o della non assicurazione per affrontare i rischi di responsabilità civile nei casi di malasanità.

Questo è ciò che emerge dal dossier dell’Associazione nazionale imprese assicuratrici (Ania) “Malpractice, il grande caos”, dedicato al fenomeno degli errori in ambito sanitario. Attualmente solo la Valle d’Aosta e la Provincia di Bolzano si affidano ancora interamente al mercato assicurativo.

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Gli altri enti accantonano dei fondi ad hoc e gestiscono per proprio conto le richieste di risarcimenti con schemi regionali o affidati alle singole Asl. Gli assicuratori vengono ormai contattati solo per coprire i sinistri per importi superiori ai 250-500 mila euro.

A intraprendere la strada assicurativa del “fai-da-te2 sono Liguria, Toscana, Puglia e Basilicata. Ad adottare invece un sistema misto – vale a dire ricorrendo alle compagnie assicurative solo per sinistri sopra una certa soglia – sono: Campania, Molise, Lazio, Sicilia, Marche, Umbria, Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Provincia autonoma di Trento.

Secondo gli esperti dell’Ania, il sistema misto presenterebbe un rischio: “L’ultimo esempio di abbandono dello strumento assicurativo – spiegano – è quello della regione Sicilia dove la polizza in essere, disdettata a fine 2013, è scaduta dal primo luglio scorso lasciando prive di protezione le Asl locali poiché nel frattempo non è stato ancora costituito uno specifico fondo-rischi promesso dal presidente della regione Rosario Crocetta.

In questi frangenti il minore ricorso alle assicurazioni comporta un più debole sistema di garanzie, dando minori certezze di risarcimenti equi e rapidi a chi è rimasto vittima di un episodio di malasanità e rendendo più incerta l’attività del personale sanitario esposto a maggiori rischi professionali”.

“Gli assicuratori italiani intendono tornare a svolgere pienamente il proprio ruolo nella copertura dei rischi medici – ha sottolineato il presidente dell’Ania Aldo Minucci – dando certezze ai pazienti vittime di eventi avversi e ai medici che svolgono la loro attività. Per far questo però occorre rimuovere le cause di fondo che hanno reso ingovernabile il fenomeno della malpractice. In particolare, è necessario intervenire per: circoscrivere la responsabilità dei medici e delle strutture sanitarie; attuare idonee misure di gestione del rischio attraverso la nomina di un risk manager in tutti gli ospedali; porre un tetto ai danni non patrimoniali con l’approvazione delle tabelle di risarcimento dei danni biologici; definire linee guida mediche validate anche per contrastare il fenomeno della medicina difensiva che pesa per oltre l’11% sulla spesa sanitaria”.

Polizze: sempre meno regioni scelgono di affidarsi a compagnie assicurative - Ultima modifica: 2014-07-31T08:46:10+00:00 da Redazione

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