Un paziente su due affetto da parodontite non si presenta con regolarità ai controlli, e a volte la colpa è anche del dentista. È quanto sostiene Silvia Masiero, esperta della Società Italiana di Parodontologia e implantologia (SIdP), la quale sottolinea che il professionista «deve esser chiaro nelle spiegazioni e comprendere quale sia il miglior canale comunicativo con il paziente che ha di fronte». Una cosa non sempre facile da fare. Così, di conseguenza, «spesso tra i due manca empatia».
«Ci dovrebbe essere un rapporto di feeling con le persone a cui il soggetto affida la salute della sua bocca» spiega Masiero. «Ma non tutti i pazienti hanno la stessa capacità comunicativa e spesso l'igienista e il parodontologo non si sforzano di farsi capire. Ad esempio, se utilizzano termini tecnici come la ‘profondità del sondaggio’ o il ‘sanguinamento al sondaggio’, dovrebbero avere l'accortezza di spiegarne il significato.»
«Il professionista – conclude Masiero –, prima di passare alla strumentazione o alla chirurgia, deve intuire le caratteristiche del singolo paziente e adattarsi nel modo di comunicare, con l'obiettivo finale di trovare quell'alleanza terapeutica importantissima in ogni branca della medicina.»