Pazienti con disabilità: sopravvivenza a un anno di restauri ART e convenzionali

Una recente revisione sistematica ha rivelato la necessità di ridurre la prevalenza della carie dentale negli adulti con disabilità. Le principali differenze per il gruppo con disabilità rispetto alla popolazione normale sono un elevato numero di lesioni cariose non trattate, la mancanza di igiene orale e l’uso frequente di strategie di prevenzione. In un altro recente studio su adolescenti e adulti, gli autori hanno osservato che i pazienti con disabilità intellettiva manifestano una maggior quantità di denti cariati o persi, meno restauri e una maggiore necessità di estrazioni di denti. In questo studio sono stati inclusi tutti i pazienti con disabilità rivoltosi al Dental Hospital dell’Università Nazionale di Córdoba, in Argentina, per un periodo di sei mesi.

I pazienti sono stati esaminati da uno dei due dentisti specializzati. Ė stata raccolta l’anamnesi. Si è provveduto a registrare una descrizione completa del contesto funzionale, sociale e ambientale del paziente utilizzando la Classificazione Internazionale del Funzionamento e della Salute orale.

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L’esame clinico ha incluso:

  1. relazione del dolore da parte del paziente;
  2. presenza di placca dentale, valutata secondo i criteri di Greene e Vermillion e registrati con il semplice Oral Hygiene Index (S-OHI);
  3. sanguinamento gengivale misurato sulle superfici vestibolari e linguali di tutti i denti secondo i criteri di Ainamo e Bay e registrato utilizzando l’indice di sanguinamento gengivale (GBI);
  4. carie dentale secondo i criteri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e registrate secondo l’indice DMFT.

Sono stati distinti tre protocolli di trattamento:

  • ART (in cui sono stati usati strumenti manuali e materiali da restauro vetroionomerici ad alta viscosità);
  • trattamento di restauro convenzionale (con strumentazione rotante e resina composita) (CRT/clinica);
  • trattamento dentale eseguito in anestesia generale (CRT/GA). 

La valutazione della sopravvivenza del restauro è stata eseguita da due esaminatori indipendenti. 66 pazienti (di 13,6 ± 7,8 anni) con 16 diverse patologie invalidanti hanno partecipato a questo studio. Il trattamento di restauro tradizionale si è dimostrato fattibile per 5 pazienti (7,5%), l’approccio ART per 47 pazienti (71.2%) e 14 pazienti hanno dovuto sottoporsi all’anestesia generale per poter effettuare le cure conservative (21,2%). In tutto, 298 lesioni cariose sono state trattate in denti decidui e permanenti, 182 con ART, 21 con CRT/clinica e 95 con CRT/GA.

A un anno i tassi di sopravvivenza dei restauri ART e CRT sono stati rispettivamente di  97,8 ± 1,0% e di 90,5 ± 3,2% (p = 0,01). Da questo studio si può evincere che la tecnica di restauro ART sembra essere un protocollo di trattamento efficace per il trattamento dei pazienti con disabilità in quanto molti di questi hanno difficoltà ad affrontare la metodica di trattamento dentale convenzionale.

One year survival of ART and conventional restorations in patients with disability

Autori:
Gustavo F Molina,
Denise Faulks,
Ignacio Mazzola,
Jan Mulder,
Jo E Frencken.

BMC Oral Health. 2014 May 7;14:49. doi: 10.1186/1472-6831-14-49.

Pazienti con disabilità: sopravvivenza a un anno di restauri ART e convenzionali - Ultima modifica: 2014-06-18T08:46:30+00:00 da Redazione

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