Parodontite: anche l’uso di farmaci tra i fattori di rischio

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L’uso costante di alcuni farmaci può aumentare il rischio di problemi parodontali. È quanto dichiarato da Mario Aimetti, Presidente della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP). Tra questi: immunoregolatori come le ciclosporine; calcio-antagonisti come amlodipina, nifedipina, verapamil, felodipina e diltiazem; anticovulsivi come fenintoina e sodio valporato; immunoregolatori e contraccettivi orali.

«L'aumento dell'infiammazione e del volume gengivale che ne consegue ­– spiega Aimetti ­– non si presenta in tutti i pazienti che ne fanno uso. Inoltre, gli effetti possono variare anche nella stessa persona, a seconda dell'età o dal cambio di abitudini, come l'aumento o la cessazione del fumo e una più o meno accurata igiene orale.»

L’accrescimento del volume gengivale indotto da tali farmaci «favorisce l'accumulo di placca batterica sulla superficie dentale vicino alla gengiva. Questa, a sua volta, ne causa l'infiammazione. Quindi, se si assumono questi farmaci, bisogna informare il dentista e, in caso di necessità, recarsi da un parodontologo per una visita di controllo».

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Parodontite: anche l’uso di farmaci tra i fattori di rischio - Ultima modifica: 2019-03-03T07:56:29+00:00 da redazione

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