Ortodonzia e odontoiatria restaurativa: una stretta collaborazione interdisciplinare quotidiana

• Elena Bazzini1

• Luca Boschian Pest

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• Giovanna Garattini2

1Consulente Rep. di Ortognatodonzia
Az. Osp. San Paolo, Milano

2Prof. Ass. Malattie Odontostomatologiche, Università degli Studi di Milano

Riassunto

Il caso clinico presentato è rappresentativo della stretta collaborazione che tutti i giorni lega due tra le discipline odontoiatriche più esercitate: l’ortodonzia e l’odontoiatria restaurativa. In particolare, verrà presentata una situazione clinica che capita spesso di ritrovare sulla propria poltrona; verrà descritto il trattamento ortodontico effettuato e mostrato come l’integrazione tra le diverse discipline odontostomatologiche conduca a risultati sicuramente migliori rispetto a quelli che si otterrebbero con le singole specialità. Verrà fornita una testimonianza di come l’odontoiatria restaurativa diretta, se ben eseguita, possa vantaggiosamente conciliare il risultato estetico con le differenti possibilità economiche.

Summary

Orthodontics and restorative dentistry. An important “everyday” cohoperation

This case report is representative of “an every day” cohoperation that happens in our private practice: orthodontics and restorative dentistry. The Authors will describe a tipical orthodontic clinical case that shows that the team-work gives always better results. This clinical case proves that direct composite restorations, if well conducted, are a reliable and less expensive means that gives good esthetics results.

La scelta di presentare questo caso clinico è stata effettuata secondo i seguenti criteri:

  • mostrare una situazione clinica che capita spesso di ritrovare sulla propria poltrona;
  • descrivere in modo chiaro il trattamento ortodontico effettuato;
  • mostrare come l’integrazione tra le diverse discipline odontostomatologiche (in questo caso, ortodonzia e odontoiatria conservativa) conduca a risultati sicuramente migliori rispetto a quelli che si otterrebbero con le singole specialità;
  • fornire una testimonianza di come l’odontoiatria restaurativa diretta, se ben eseguita, possa vantaggiosamente conciliare il risultato estetico con le differenti possibilità economiche.

G.C. è una giovane adulta che dopo avere affrontato un periodo di ortodonzia intercettiva mirato a evitare l’inclusione dei canini superiori è stata sottoposta alla terapia ortodontica fissa per allineare le arcate dentarie e, soprattutto, avere un sorriso più armonico.  Abbiamo raccolto la documentazione necessaria per lo studio del caso (OPT, Figura 1a, teleradiografia del cranio in proiezione latero-laterale, modelli di gesso e fotografie cliniche intra- ed extra-orali) e la diagnosi che ne è derivata è stata di buona armonia del viso (Figure 1b-1d) e dello scheletro (Figura 1e), disallineamento delle due arcate, microdonzia di 1.2 e 2.2 e caratteristica forma degli incisivi centrali superiori “a botte” (equatore del dente più largo del bordo incisale) (Figure 1f-1m). 

È stato necessario avvisare la paziente dell’opportunità, a fine trattamento ortodontico, di adeguare la forma e la dimensione dei quattro incisivi superiori allo spazio disponibile in arcata, stante i problemi di forma e dimensione dei denti anteriori. Diversamente sarebbero rimasti degli spazi fra i denti.

Il “reshaping” di questi elementi e dei canini superiori in resina composita (restauri diretti) è stato definitivamente pianificato a fine ortodonzia, dopo avere realizzato e mostrato alla paziente la ceratura diagnostica delle future ricostruzioni. Tale metodica risulta essere di basso costo biologico ed economico, accessibile pertanto a molti pazienti.

Il risultato estetico a fine cura è stato di grande soddisfazione sia per la paziente che per gli operatori. Breve descrizione del caso:

  • notevole discrepanza tra età dentaria (iniziale eruzione dei canini superiori e assenza dei settimi superiori in arcata) e anagrafica (15 anni);
  • I classe scheletrica, dimensione verticale anteriore diminuita, normodivergente;
  • retrusione del mascellare superiore (modesta) e insufficiente supporto del labbro superiore;
  • lieve asimmetria mandibolare (deviazione verso sinistra) che causa una non perfetta coincidenza delle linee mediane;
  • corridoi buccali molto evidenti;
  • I classe dentaria molare; classe canina non valutabile;
  • microdonzia 1.2 e 2.2;
  • alterazione della forma di 1.1 e 2.1.

I gruppi di Figure 2, 3 e 4 mostrano l’iter terapeutico compiuto.

Corrispondenza

elenabazzini@fastwebnet.it

Ortodonzia e odontoiatria restaurativa: una stretta collaborazione interdisciplinare quotidiana - Ultima modifica: 2014-05-20T11:36:01+00:00 da Redazione

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