OPT e CBCT a confronto

Dentist studying an x-ray cbct

La clinica in odontoiatria si distingue non solo per la notevole importanza del riscontro radiografico ma, nell’ambito delle discipline di ambito medico e chirurgico, è una delle poche in cui è lo specialista ad eseguire sistematicamente in prima persona alcuni degli esami da lui stesso richiesti. Ciò è universalmente vero per gli esami di radiologia convenzionale 2D, quali sono le metodiche endorali (radiografia periapicale, bitewing) e anche per l’ortopantomografia, l’accesso alla quale è sempre più alla portata di realtà ambulatoriali di dimensioni anche ridotte. In questo senso, gli sviluppi nell’ambito dell’integrazione in radiologia digitale hanno permesso la comparsa di macchinari integrati che permettono di eseguire OPT e TC cone beam. Ancora entro certi limiti, inizia dunque a essere possibile eseguire, all’interno delle strutture cliniche, esami tridimensionali che nel recente passato richiedevano in tutti i casi l’accesso a strutture specialistiche attrezzate. Questi sviluppi hanno favorito l’ampliamento dell’utilità clinica e, dunque, delle indicazioni d’uso della TC cone beam.

D’altra parte, non si pensi che questo rinnovato interesse per la CBCT vada a limitare l’utilizzo clinico della panoramica, riducendo questa a semplice esame di inquadramento o escludendola del tutto. L’OPT, che del resto ha, a sua volta, beneficiato del passaggio al digitale, è in molti casi adeguata a effettuare una valutazione sufficiente alla definizione del piano di cure.

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In linea di massima, dunque, la CBCT è una metodica complementare, che viene richiesta nel momento in cui si voglia approfondire lo studio di un caso già approcciato con l’OPT. Nell’era dell’implantologia protesicamente guidata, ad esempio, la CBCT evita di sottostimare la necessità di procedure di bone augmentation in implantolgoia, come attestato dallo studio di Dagassan e Zitzmann (Clinical Oral Implants Research, luglio 2015).

Lim e colleghi, in un articolo pubblicato a luglio 2018 su Oral and Maxillofacial Radiology, si sono chiesti se, in effetti, la CBCT fornisca sempre un carico maggiore di informazioni al clinico.

A tre radiologi esperti nel settore cranio-facciale sono stati sottoposti panoramiche e TC cone beam, raccolte a non più di tre mesi di distanza le une dalle altre, relative a un totale di 31 pazienti riportanti diverse lesioni intraossee (tutte confermate istologicamente: 10 tumori benigni, 7 cisti, 5 lesioni ossee, 3 fibro-ossee, 3 infiammatorie più 3 miscellanea), delle quali è stata richiesta un’analisi descrittiva tramite domande chiuse: aspetto, bordi, coinvolgimento di altre strutture.

È stato infine richiesto di fornire 3 possibili diagnosi ordinate per verosimiglianza e confidenza relativa a tali scelte.

L’analisi statistica ha provato come la TC cone beam non abbia significativamente aumentato l’accuratezza né la confidenza di tali diagnosi.

Riferimenti bibliogarfici

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26227397

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29748039

OPT e CBCT a confronto - Ultima modifica: 2019-01-29T07:45:22+00:00 da redazione

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