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La numerazione dentale costituisce una semplice ma importantissima forma di convenzione del linguaggio specialistico in ambito odontoiatrico. Rappresenta innanzitutto un mezzo di comunicazione con i colleghi o con il personale di studio e quello di laboratorio.

Oltre a ciò, essa costituisce soprattutto una modalità di lettura all’interno degli studi e dei vari lavori scientifici disponibili in Letteratura. A tal proposito, è utile sottolineare come non tutti gli Autori adottino il sistema di numerazione al quale i clinici di scuola italiana sono comunemente abituati.

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La classificazione alla quale si fa riferimento, proposta direttamente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è denominata International Standards Organization Designation System (ISO System).

La dentatura permanente in visione frontale viene divisa in quadranti, ad ognuno dei quali viene assegnato un numero da 1 (che corrisponde al quadrante superiore destro) a 4, procedendo in senso orario. Una volta assegnato il quadrante, una seconda cifra identifica l’elemento dentale esatto: questa volta si procederà dall’incisivo centrale, identificato con il numero 1, a salire in senso mesio-distale. Per fare degli esempi, l’incisivo centrale superiore destro sarà quindi l’elemento 1.1, l’incisivo laterale inferiore sinistro il 3.2 e così via. Questo stesso sistema viene mutuato anche per la classificazione della dentatura decidua: i quadranti vengono, per distinzione, numerati da 5 a 8 (sempre con la stessa logica) e i singoli denti individuati sempre con la seconda cifra (da 1 a 5). Così il numero 5.4, per esempio, identifica il primo molare deciduo superiore destro.

Come accennato in precedenza, esistono delle alternative alla numerazione ISO. Curiosamente, la più nota di queste è denominata Universal Numbering System, ma trova spazio principalmente nella clinica e nella Letteratura di scuola statunitense.

Il razionale del sistema consiste nell’identificazione del singolo elemento in base ad un unico numero. Mantenendo la visione frontale – cioè quella del clinico – ma senza dividere la bocca in quadranti, verrà assegnato il numero 1 all’elemento più distale dell’emiarcata superiore destra, ovvero al dente del giudizio. La numerazione seguirà poi semplicemente il senso orario: il numero 7 indicherà quindi l’incisivo laterale destro, il 10 il suo controlaterale, e così via fino al 32 (terzo molare inferiore destro).

La numerazione dentale degli elementi decidui segue la stessa logica: è disponibile una versione in cifre (ai numeri da 1 a 20 si aggiunge la d di “deciduous”, ma più comunemente si utilizzano le lettere dell’alfabeto (anglosassone naturalmente). Partendo dalla A del secondo molare deciduo superiore di destra, passando per la J, assegnata al suo controlaterale, si arriva infine alla T, che identifica l’antagonista mandibolare.

Numerazione dentale: una convenzione indispensabile - Ultima modifica: 2016-09-24T07:06:13+00:00 da redazione

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