La Molar Incisor Hypomineralization o MIH è una condizione clinica in costante aumento. Si tratta di un difetto qualitativo di origine sistemica dello smalto di uno o più molari permanenti, associato a meno al coinvolgimento degli incisivi. La sua eziologia è tuttora ignota. In letteratura sono state descritte alcune correlazioni con condizioni e/o patologie prenatali, perinatali e postnatali, ma ancora non esistono evidenze sufficienti. Lo smalto degli elementi dentari affetti è meno ricco in contenuto minerale e più ricco in contenuto proteico rispetto allo smalto sano, il che lo rende meno duro e più poroso [Elhussein e Jamal, 2020; Giuca, 2020]. Per questo i denti colpiti da MIH si cariano con maggiore facilità (Figura 1) e possono subire un vero e proprio cedimento strutturale sotto l’influenza delle forze masticatorie, noto come Post-Eruptive Enamel Breakdown (PEB) (Figura 2).

 

 

Come si manifesta

L’MIH può manifestarsi clinicamente sotto forma di opacità di colore bianco, crema o giallo-brunastre, più o meno penetranti nello spessore dello smalto e generalmente localizzate a livello del terzo coronale del dente. I difetti hanno aspetto asimmetrico e appaiono nettamente demarcati dallo smalto sano circostante.

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Come e con quali materiali si gestisce

La sua gestione clinica rappresenta una sfida per tutta una serie di motivi:

  • sensibilità termica e chimica accentuate, che possono determinare una sintomatologia dolorosa durante lo spazzolamento, l’assunzione di determinati cibi e bevande ma anche durante le più semplici manovre ispettive;
  • presenza di placca e gengivite dovute a una igiene orale inadeguata;
  • necessità di trattare denti spesso non del tutto erotti e difficilmente isolabili;
  • difficoltà a ottenere una efficace anestesia locale a causa dello stato infiammatorio cronico della polpa;
  • collaborazione difficile da parte del paziente, specie se ha avuto pregresse esperienze negative;
  • problematiche funzionali e ortodontiche associate.

Il protocollo terapeutico dipende dal grado di severità della patologia. Risultano sicuramente indispensabili e propedeutici ai futuri, eventuali, trattamenti restaurativi:

  • istruzione e motivazione a una corretta igiene orale domiciliare,
  • modifiche delle abitudini alimentari scorrette;
  • mantenimento periodico con sedute di igiene orale professionale, anche “no aerosol”;
  • applicazione professionale di vernici fluorate ogni 3-4 mesi;
  • trattamento domiciliare con prodotti remineralizzanti a base di calcio e fosfato CPP-ACP e di fluoro.

Le forme lievi in genere richiedono solo un trattamento atto a remineralizzare le aree colpite. Durante i controlli periodici, l’odontoiatra valuterà il livello di incremento di mineralizzazione della lesione. Le forme moderate richiedono un approccio terapeutico combinato, che inizia con la remineralizzazione del tessuto affetto e prosegue con il restauro conservativo, considerata la frequente perdita di sostanza dentale associata alle forme in questione. Se, per mezzo della fase propedeutica prima citata, c’è stato un aumento della mineralizzazione, è possibile impiegare GIC, RMGIC o i materiali resinosi di natura bioattiva a rilascio di ioni fluoro, calcio e fosfato. Ricordiamo che i restauri con GIC, facili da applicare senza mordenzatura e resistenti all’umidità (meglio se auto-foto polimerizzabili) rappresentano in genere soluzioni a breve-medio termine, da monitorare periodicamente e sostituire appena possibile.

Sicuramente, sullo smalto affetto da MIH moderata, non in grado di formare delle micro-irregolarità sufficientemente ritentive dopo il trattamento con acido ortofosforico, non è indicato procedere con un restauro adesivo classico. Tuttavia, non sempre lo smalto è interessato per tutto il suo spessore ed è quindi possibile rimuovere selettivamente il solo tessuto alterato fino a ritrovarne uno di aspetto normale e procedere poi con il restauro in resina composita. Nelle forme severe la perdita di sostanza è importante e si rende sin da subito necessario un approccio restaurativo (sovente coadiuvato dall’impiego di bande ortodontiche per rinforzare la struttura dentale residua) con GIC, RMGIC o con materiali resinosi bioattivi. Questi ultimi, oltre al reintegro strutturale, favoriscono attivamente la remineralizzazione dell’elemento, risultando al contempo più resistenti all’usura e alle infiltrazioni batteriche. Nei casi di maggior perdita di sostanza dentale e dopo l’esposizione di smalto sano, può essere necessario ricorrere a tecniche adesive indirette e utilizzare materiali bioattivi per la cementazione.Non dimentichiamo che, terminate le cure restaurative, è fondamentale inserire il paziente in un programma di controlli periodici allo scopo di intercettare eventuali necessità di ripristino dei restauri, più frequenti vista la debolezza intrinseca degli elementi trattati.

Le immagini di questo articolo sono tratte dal volume Odontoiatria Materno-Infantile (Luigi Paglia, Matteo Beretta - Milano, Ariesdue, 2021), per gentile concessione del dottor Matteo Beretta

 

Molar Incisor Hypomineralization: gestione e principi di terapia con i materiali bioattivi - Ultima modifica: 2023-02-27T13:58:50+00:00 da Paola Brambilla
Molar Incisor Hypomineralization: gestione e principi di terapia con i materiali bioattivi - Ultima modifica: 2023-02-27T13:58:50+00:00 da Paola Brambilla

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