Metodiche avanzate di disinfezione canalare

DM_IL DENTISTA MODERNO_ Metodiche avanzate di disinfezione canalare

Ad oggi, l’ipoclorito di sodio (NaOCl) continua a costituire la molecola antibatterica universalmente impiegata nella disinfezione canalare.

La diffusione dell’irrigante all’interno degli spazi canalari più tortuosi e la rimozione dei residui dentinali è indispensabile al fine non solo di abbattere la carica batterica esistente. In più, l’azione previene anche la giacenza di serbatoi tossinfettivi, potenzialmente responsabili di reinfezione endogena e, quindi, fallimento posticipato della terapia canalare. Un ulteriore aspetto da considerare in questo senso è il fatto che alcune specie patogene del cavo orale sono in grado di organizzarsi nella struttura del film batterico. I comuni antibatterici hanno maggiore difficoltà nel neutralizzare queste colonie.

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La dinamica dell’irrigazione interessa la diffusione dei liquidi all’interno dello spazio canalare e le forze di natura pressoria da essi prodotte. L’impiego della siringa, ovviamente non a pressione, può indurre per contro alla formazione di un flusso passivo di irrigante nella regione apicale, 1-3 mm al di là dell’uscita dell’ago. In più, attraverso questa metodica risulta difficile generare shear stress (letteralmente “stress di taglio”) elevati a ridosso della parete del canale, i quali sarebbe utili a favorire il distacco del biofilm.

Le problematiche cliniche presentate sono quindi due ordini, dinamico e microbiologico. Allo stesso modo, gli attuali progressi nell’ambito della disinfezione canalare sono finalizzati a:

migliorare la fluidodinamica dell’irrigazione canalare, soprattutto attraverso la gestione della dinamica delle bolle

sviluppo di nuovi antimicrobici dotati di un effetto anti-biofilm superiore a quello dell’ipoclorito di sodio

Verranno dunque illustrati i prodotti oggi in via di sviluppo, con l’auspicio che alcuni di questi possano effettivamente entrare a far parte della quotidianità clinica.

Nanoparticelle antibatteriche: si tratta appunto di particelle di ordine di dimensione nanometrico. Alcune di queste manifesterebbero un effetto antibatterico ad ampio spettro: l’interazione elettrostatica tra particelle cariche positivamente e membrane cellulari batteriche (cariche negativamente) porta ad accumulo delle prime e perdita della permabilità e, quindi, della funzionalità da parte delle seconde. A tali prodotti è stato dedicata una trattazione specifica e maggiormente ampia.

Terapia fotodinamica: si tratta di una metodica bifasica, basata sull’impiego di un fotosensibilizzante, attivato poi da una fonte luminosa. Ciò induce un meccanismo chemotossico a danno delle cellule batteriche. Sono in via di sviluppo formulazioni specifiche per andare a contatto con i tubuli dentinali, con le anatomie radicolari complesse e con il film batterico. Allo stato attuale dell’arte, comunque, la tecnica non può costituire ancora un’alternativa, ma solo un’adiuvante delle procedure standard.

Tecnica fotoacustica (PIPS): consiste nell’attivazione dell’ipoclorito attraverso l’impiego di un laser medium-infrared (Er:YAG). Rispetto all’attivazione ultrasonica, verrebbe indotto un incremento nella produzione e nel consumo di ioni cloro e ossigeno.

Procedura GentleWave®: anche in questo caso, è previsto l’uso dell’ipoclorito di sodio, che viene spostato a pressione elevata attraverso l’uso di un tool in grado di emettere un ampio spettro di onde acustiche. Lo stesso strumento aspira immediatamente il liquido per effetto ventosa. Il sistema è pensato per un’irrigazione efficiente di canali molto stretti.

Metodiche avanzate di disinfezione canalare - Ultima modifica: 2017-12-12T06:18:11+00:00 da redazione

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