Management dell’iperplasia gengivale: aggiornamento dell’evidenza

DM_il-dentista-iperplasia-gengivale

L'iperplasia gengivale rappresenta una condizione non reversibile di aumento delle dimensioni e del volume dei tessuti gengivali. Tra le cause vanno segnalate la predisposizione genetica, l'accumulo di placca, l’intervento di cambiamenti ormonali.

La forma clinica maggiormente interessante, tuttavia, è quella legata all’utilizzo di alcune ben precise molecole farmacologiche: tra queste, si ricordino il calcio antagonista nifedipina, l’immunosoppressore ciclosporina e l’antiepilettico fenitoina.

Pubblicità

La patogenesi, ad oggi, non è del tutto chiara, il che suggerisce una base complessa di tipo multifattoriale: si pensa, ad esempio, alla diminuzione delle metalloproteinasi di matrice gengivale, la quale porta a una diminuzione della degradazione del collagene, oltre all'incremento delle citochine proinfiammatorie e della sintesi del collagene stesso. Placca e squilibrio ormonale potrebbero accelerare questo processo.

L'iperplasia gengivale, pur costituendo un quadro del tutto benigno, può avere forti ripercussioni negative sulla qualità della vita, tanto dal punto di vista estetico, quanto da quello funzionale.
L’approccio clinico di base consiste, ove possibile, nell’adeguamento o sostituzione del farmaco responsabile della complicanza, associato a interventi odontoiatrici di igiene orale e parodontologia. Per i casi più gravi, non rispondenti a trattamento o soggetti a ricaduta, non resta che la correzione resettiva chirurgica.

Recentemente, un gruppo di lavoro si è proposto di approfondire gli aspetti di maggior interesse odontostomatologico, presenti in letteratura, relativamente a questa patologia. Ha pertanto condotto una revisione sistematica, volta a rivalutare le opzioni terapeutiche da offrire al paziente e indagare i tassi e i tempi di recidiva riportati.

Il lavoro, pubblicato su Oral Surgery, Oral Medicine, Oral Pathology and Oral Radiology, fa riferimento a una ricerca aggiornata a fine 2019, che ha coinvolto le banche dati PubMed e Web of Science. Sono stati riconosciuti, in totale, 25 full text, 3 dei quali sono stati eliminati, in ultima analisi, perché non rilevanti (2) o carenti di informazioni (1). In totale, sono stati inclusi 22 lavori scientifici, di cui 6 studi di coorte, 4 trial clinici randomizzati, 2 case series e 10 case report.

Per completezza, oltre che delle molecole sopracitate, l’iperplasia è stata riportata come effetto indesiderato di altri 2 calcio antagonisti (amlodipina e diltiazem), un altro immunosoppressore (tacrolimus) e un altro anticonvulsivante (fenobarbital).

A monte, risulta, come detto, consigliato, se possibile, la discontinuazione o la sostituzione del farmaco.

L'approccio non chirurgico considerato prevede istruzioni di igiene orale, impiego di collutori antimicrobici, scaling e root planing. Tra le tecniche resettive radicali, la chirurgia laser-assistita, combinata con un controllo intensivo della placca ha dimostrato un minor tasso di ricorrenza.

Riferimenti bibliografici a proposito dell'iperplasia gengivale

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33214091/

Management dell’iperplasia gengivale: aggiornamento dell’evidenza - Ultima modifica: 2021-01-13T07:45:36+00:00 da redazione
Management dell’iperplasia gengivale: aggiornamento dell’evidenza - Ultima modifica: 2021-01-13T07:45:36+00:00 da redazione

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome