Malattie perimplantari e prevenzione, si può fare di più

Le malattie perimplantari (PID) sono una complicanza dell'implantologia piuttosto frequente. Per questo rappresentano una preoccupazione e non solo per il paziente. Per contrastarle, la strada più efficace è quella della prevenzione. Una recente revisione sistematica, condotta all'interno del Dipartimento di Parodontologia dell'Université Paris Cité, ha tentato di mettere a confronto la prevenzione primordiale con quella primaria. I risultati della ricerca, che ha incluso anche una meta-analisi, sono stati pubblicati sul Journal of Clinical Periodontology.

Le malattie perimplantari oggetto dello studio

I ricercatori francesi si sono concetrati sulla mucosite perimplantare e sulla perimplantite vera e propria. Ma soprattutto hanno voluto indagare l'efficacia della prevenzione primordiale, cioè quella basata sul controllo dei fattori di rischio. Controllo che dovrebbe avvenire, nei pazienti adulti in attesa di una riabilitazione implantare, prima dell'intervento. Poi, hanno preso in considerazione le azioni di prevenzione primaria nei pazienti già con impianti dentali. Focalizzando l'attenzione sui peri-tessuti implantari, cioè quelli intorno ai quali si ravvisano i segni delle malattie perimplantari.

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Come si è svolta la ricerca

La revisione sistematica e la meta-analisi si sono basate sulla letteratura scientifica rintracciata, senza limiti di tempo, fino ad agosto 2022. Gli autori dello studio hanno dunque considerato gli studi interventistici e osservazionali con almeno 6 mesi di follow-up. Le analisi dei dati aggregati sono state condotte avvalendosi di modelli a affetti casuali, in base al fattore di rischio e all'esito.

I risultati della ricerca, per certi versi deludenti

Tra i 48 studi selezionati, nessuno ha valutato gli effetti della prevenzione primordiale sulle malattie perimplantari. Le prove indirette sulla prevenzione primaria, invece, mostrano quanto sia efficacia il controllo dei fattori di rischio nei soggetti già sottoposti all'intervento. Nei pazienti diabetici, per esempio, il controllo glicemico riduce il rischio di perimplantite. Quelli che si sottopongono regolarmente a cure parodontali e peri-implantari si ammalano meno dei pazienti che si mostrano discontinui nelle cure. Anche il successo dell'impianto è correlato alle medesime variabili. I siti implantari con mucosa cheratinizzata perimplantare aumentata (PIKM) mostrano una minore infiammazione perimplantare rispetto ai siti con deficit di PIKM. Gli studi sul fumo o sui comportamenti legati all'igiene orale, invece, secondo gli autori della revisione sistematica, sono stati inconcludenti.

Malattie perimplantari e prevenzione, si può fare di più - Ultima modifica: 2023-03-13T17:19:35+00:00 da Pierluigi Altea
Malattie perimplantari e prevenzione, si può fare di più - Ultima modifica: 2023-03-13T17:19:35+00:00 da Pierluigi Altea

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