L’odontoiatria (e la medicina) ai tempi di Dott. Google

Luigi Paglia

Sempre più spesso i nostri pazienti cercano in rete, sul web, informazioni utili a chiarire i mali di cui sono afflitti. Motori di ricerca, come Google, offrono infatti spiegazioni e soluzioni a qualsiasi problema clinico. Così i pazienti finiscono per citare dati e fonti trovate in internet, ipotizzando perfino terapie apprese confrontandosi con la rete. Di fronte a queste forme di autodiagnosi e di autoterapia, l’atteggiamento diffuso tra medici e odontoiatri è di una malcelata insofferenza.
Tuttavia, in un mondo in pieno cambiamento, dell’informazione globale, della connessione permanente e dell’open source, mi chiedo: qual è l’atteggiamento più corretto nei confronti di questi pazienti? È possibile che medico e paziente possano continuare a interagire positivamente anche in condizioni teoricamente difficili, come quelle tipiche dei nostri giorni di enpowerment dilagante, dove quotidianamente sono rovesciate addosso ai nostri pazienti migliaia d’informazioni?
Penso che il nostro compito, come medici e odontoiatri, debba essere quello di verificare le fonti e discutere con i nostri pazienti il razionale di determinate scelte, non di giudicare con sufficienza chi cerca in buona fede di fare qualcosa di positivo per la propria salute.
Perché limitare dunque le informazioni e non collaborare invece con i nostri pazienti? Non è detto, infatti, che il medico o l’odontoiatra debbano o possano sapere tutto: hanno però gli strumenti per distinguere ciò che è ciarlataneria da ciò che può avere basi scientifiche. Insomma, dovremmo fare in modo che non si ripetano casi come quello di Andrew Wakefield, il medico inglese, radiato dall’Ordine, che sosteneva un legame inesistente tra vaccini e autismo, tanto da esser giunto a condizionare in un senso gravemente errato l’opinione pubblica.
Con i nostri media e con il nostro esempio dovremmo invece far capire in cosa consista e come funzioni davvero il metodo scientifico. Dovremmo impegnarci per diffondere l’idea che il metodo scientifico non affonda la sua credibilità nel metodo democratico della maggioranza (o del maggior numero di like) che vince… No, purtroppo il metodo scientifico non è democratico ed è fondato sul principio che le ipotesi devono essere verificate attraverso il metodo sperimentale, l’unico in grado di fornire risultati incontrovertibili. Questo dovremmo spiegare ai nostri pazienti, non prima però di aver applicato per bene il metodo scientifico anche noi, nella pratica clinica, se non altro per essere credibili!

L’odontoiatria (e la medicina) ai tempi di Dott. Google - Ultima modifica: 2017-03-01T12:56:18+00:00 da Luigi Paglia

1 commento

  1. Trovo l’articolo molto interessante, di larghe vedute. Sono convinto di come questo atteggiamento positivo e chiarificatore verso il paziente, che “cerca” di fare qualcosa di positivo per la propria salute, sia deliziosamente perfetto per chi ha gli strumenti per distinguere ciò che è ciarlataneria da ciò che può avere basi scientifiche. Una posizione da accogliere a braccia aperte!

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