L’integrazione estetica dei compositi portata a un livello superiore

Gli strumenti per restorative cercano sempre più di venire incontro alle esigenze crescenti delle terapie in ambito estetico e di imitare al meglio la natura.

I compositi di cui ad oggi ha più senso parlare, in quanto più attuali e presenti sul mercato, sono quelli di tipo ibrido e nano-riempito.

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I materiali ricercano un perfetto mimetismo nel rispetto dell’ottimizzazione dei tempi di lavoro e dell’approccio minimamente invasivo. La struttura del dente semitrasparente rende la procedura di adeguamento del colore della ricostruzione più complessa rispetto a un oggetto opaco. Caratteristiche della superficie, come la lucentezza, la curvatura e la consistenza, influenzano inoltre il grado di diffusione della luce quando colpisce un oggetto.

Il massimo auspicabile dunque quando si parla di procedure restaurative è di mettere nelle mani di tutti i clinici, la qualità di un restauro soddisfacente da tutti i punti di vista, senza richiedere il ricorso ad una dose di artisticità troppo importante.

Una nuova soluzione che va in questa direzione è quella proposta da Tokuyama tramite l’introduzione di due resine composite.

La prima, Omnichroma, è un composito in grado di adattarsi al colore dei tessuti dentari sui quali viene apposto; in un primo momento, appena posizionato in cavità, appare di colore bianco opaco, ma a seguito della polimerizzazione si integra con il colore naturale del dente.

Quando l’elemento da restaurare invece presenta aree caratterizzate da pigmentazioni che non si vuole mantenere, è possibile adoperare Blocker, un composito ad alta opacità che maschera le discolorazioni e sul quale poi stratificare Omnichroma.

L’integrazione cromatica è resa possibile grazie all’utilizzo della Smart Chromatic Technology basata su particelle di filler di forma sferica; quello che accade è la generazione di un colore strutturale che si combina con il colore del dente circostante. Il colore strutturale diviene visibile quando le lunghezze d’onda della luce esprimono colori diversi colpendo uno stesso materiale. Questo fenomeno è osservabile in natura in alcune farfalle o pavoni.

Un caso risolto con Blocker e Omnichroma nel settore anteriore

Che venga richiesta un’ottima integrazione estetica anche nel caso di riabilitazioni di pazienti non più giovanissimi, è cosa sempre più frequente.

L’elemento da restaurare in questa signora di 74 anni è stato l’11, coinvolto da una demineralizzazione e da una fessura pigmentata longitudinale. Dopo un adeguato isolamento con la diga di gomma la cavità è stata preparata in maniera minimamente invasiva. A tal fine, è stata utilizzata una fresa a testa di rosa con diametro di 0,3 mm, montata su un manipolo moltiplicatore. Si è deciso di non rimuovere completamente la fessura pigmentata e la dentina sclerotica e quindi, dopo aver completato le procedure adesive, di utilizzare Blocker come agente mimetico. Al di sopra di quest’ultimo è stato apposto Omnichroma. L'eccellente integrazione estetica e funzionale del restauro è risultata ancora più evidente a 1 settimana di follow-up.

 Cliccando qui è possibile scaricare l’ebook contente altri casi clinici che mostrano l’utilizzo di Omnichroma in aree ad alta valenza estetica ma anche nei settori posteriori per il restauro degli elementi diatorici.

 

L’integrazione estetica dei compositi portata a un livello superiore - Ultima modifica: 2019-10-16T20:53:49+00:00 da redazione
L’integrazione estetica dei compositi portata a un livello superiore - Ultima modifica: 2019-10-16T20:53:49+00:00 da redazione

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