L’implantologia guidata non è solo un “tema caldo” dal punto di vista scientifico, ma costituisce una realtà clinica ormai assodata. Ecco perché pare difficile aggiungere spunti interessanti, con la ricerca, a una metodica di larghissima applicazione.

L’odontoiatria, come del resto tutto il settore biomedico, sta andando incontro a un’evoluzione nella direzione della sostenibilità, per cui i benefici devono essere necessariamente giustificati rispetto a costi biologici ma anche economici.

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Il parametro di giudizio principale, per quanto riguarda le procedure computer-guidate, rispetto alle controparti tradizionali, è rappresentato dall’accuratezza, ovvero dalla fedeltà della posizione reale dell’impianto inserito rispetto a quella pianificata sulla TC preoperatoria.

Si prenda in considerazione lo studio di Ku e colleghi, recentemente pubblicato su BMC Oral Health.

Il lavoro retrospettivo ha coinvolto pazienti sottoposti a inserimento guidato di impianti, suddivisi in due gruppi: inserimento tramite chirurgia a lembo e procedura flapless. La scelta della metodica è stata operata clinicamente sulla base della disponibilità di gengiva aderente, dello spessore osseo in senso vestibolo-linguale e rispetto alle strutture nobili (seno mascellare o canale mandibolare).

In cosa consiste dunque l’elemento di novità di questo studio? L’aver inserito un gruppo drop-out, comprendente impianti sottoposti a inserimento computer-guidato, ma poi riposizionati a mano libera nel corso dello stesso intervento, per esempio a causa di un’inadeguata stabilità primaria.

Come normalmente avviene in questo tipo di studi, sono stati valutati parametri di deviazione lineare e angolare: il gruppo 1, quello degli impianti inseriti tramite procedura flapless, ha mostrato i migliori valori di accuratezza. Tale vantaggio sarebbe, secondo gli autori, da addurre alla possibilità di interposizione del lembo, non sufficientemente ampio, rispetto alla guida.

Lo scopo principale dello studio consisteva nel valutare le attuali limitazioni all’implantologia guidata: come anticipato, il 60% dei drop-out dello studio è rappresentato da impianti che, posizionati tramite guida chirurgica, non hanno raggiunto un’adeguata stabilità primaria. All’atto della chirurgia, l’osso può presentare deiscenze, rivelarsi eccessivamente sottile o, semplicemente, mostrare una qualità insufficiente. Valutando la letteratura, gli autori hanno riscontrato pochi studi dedicati a questa tematica.

La guida chirurgica, almeno nei casi a rischio, dovrebbe essere progettata per essere compatibile, oltre che accorgimenti intraoperatori come la sottopreparazione del sito, con le tecniche di bone augmentation da attuare contestualmente all’inserimento implantare.

In conclusione, lo studio conferma la piena efficienza delle procedure di implantologia guidata nella maggior parte delle riabilitazioni implantare. Allo stesso tempo, viene sottilineata la necessità di ulteriori studi e perfezionamenti dedicati a quei casi in cui viene previsto il ripristino di una quota ossea rilevante.

Riferimenti bibliografici chirurgia implantare

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35034613/

Limiti attuali della chirurgia implantare guidata - Ultima modifica: 2022-02-02T06:47:27+00:00 da redazione
Limiti attuali della chirurgia implantare guidata - Ultima modifica: 2022-02-02T06:47:27+00:00 da redazione

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