Gli ultimi casi di polmonite scoppiati nella Bassa Bresciana orientale riaccendono la paura per la legionella, malattia infettiva che colpisce l’apparato respiratorio e può avere conseguenze anche molto gravi. Il problema è ben noto al mondo odontoiatrico che lo ha sempre affrontato con grande attenzione, come spiega Lorenzo Balsano, odontoiatra, libero professionista a Pandino, in provincia di Cremona: consulente e auditor per i Sistemi di organizzazione per la Qualità in Odontoiatria, Balsano è anche autore di pubblicazioni sul tema e sul controllo dell’infezione crociata nello studio dentistico.
Quanto spaventa la legionella
Il rischio di infezione da legionella non spaventa il dentista e ancor meno deve spaventare il paziente «Il rischio in uno studio odontoiatrico è basso», dice Balsano, «inferiore a quello esistente in un hotel o in un condominio. Inoltre, la legionella, pur essendo ubiquitaria, cioè si può trovare ovunque (condotte idriche pubbliche, piscine, soffioni delle docce di casa, impianti di condizionamento), causa raramente la malattia nell’uomo: i tassi d’attacco nel corso di focolai epidemici sono bassi, inferiori al 5% e riguardano in particolare i soggetti immunocompromessi».
La malattia è un’infezione polmonare causata da 50 specie diverse di legionella, un batterio il cui habitat è rappresentato da circuiti idrici con ristagno d’acqua. «In ambito odontoiatrico», spiega Balsano, «sono in particolare le linee idriche del riunito – e quindi gli spray erogati dai manipoli/strumenti rotanti quali turbine e contrangoli – a rappresentare la potenziale fonte di contaminazione. Tuttavia, il rischio di acquisizione della malattia dipende dal grado d’intensità dell’esposizione rappresentato dalla quantità di legionella: non è sufficiente che la legionella sia presente nell’aereosol, ma è determinante la carica infettante e la virulenza dei singoli ceppi, così come il tempo di esposizione (quindi la durata dell’intervento). I riuniti del dentista sono da tempo provvisti di sistemi di disinfezione dei circuiti idrici che correttamente utilizzati consentono ai nostri pazienti di sottoporsi in tutta tranquillità alle cure odontoiatriche».
Come organizzarsi in studio odontoiatrico
Gli interventi riconosciuti validi nella riduzione del rischio di trasmissione della legionella, così come suggeriscono le linee guida e le norme di igiene, ricorda Lorenzo Balsano, sono la prevenzione della contaminazione della linea idrica del riunito e la disinfezione chimica atta a ridurre la carica batterica presente nel circuito.
«La prevenzione della contaminazione prevede due sistemi», spiega Balsano, «i dispositivi antireflusso che sono da molto tempo uno standard che tutti i costruttori rispettano in ottemperanza a una specifica norma e che prevengono la retrocontaminazione; l’utilizzo di serbatoi “a boccia”, per alimentare il circuito idrico del riunito, non collegati in rete, da riempire con acqua distillata e clorata».
La disinfezione chimica per la riduzione della carica batterica, invece, prevede l’utilizzo corretto del dispositivo di disinfezione applicato al circuito idrico del riunito. «Bisogna seguire le istruzioni d’uso del fabbricante», raccomanda Balsano, «anche in relazione a qualità –quantità- concentrazione del disinfettante. Lo stesso sistema «a bocce» utilizzato per la prevenzione, diventa un sistema di disinfezione iperclorando l’acqua distillata o utilizzando, quando indicato, il disinfettante previsto dal costruttore».
A questo punto, secondo Balsano è consigliabile compiere un’analisi microbiologica, aggiornando il DVR, cioè il documento per la valutazione dei rischi, così da rendere valido il protocollo utilizzato».
Anche in caso di positività alla legionella, sa notare Balsano, ci sono soluzioni adeguate e spesso meno complicate di quanto si pensi. «Dare prova è ciò che ci permette di essere conformi a quanto richiesto dalla legge 81/08 e di respingere richieste, non giustificate», dice Balsano, «che pur rifacendosi ad alcune linee guida non tengono conto del rapporto costo/beneficio in relazione al livello di rischio».
Qualche altro utile consiglio
Il riunito collegato, per praticità, alla rete idrica è esposto al rischio di contaminazione “anterograda” proveniente dall’acqua di rete. «In questo caso», suggerisce Balsano, «addolcire l’acqua in quanto il calcare rappresenta un ricettacolo per la carica batterica in generale e per la legionella. In ogni caso il classico addolcitore provvisto di filtro a valle dell’ingresso della rete idrica è un presidio di buona norma per la longevità di impianti e strumenti, nonché per il controllo della carica batterica».
Eliminare l’acqua stagnante a monte del cordone, facendo scorrere l’acqua per 20/30 secondi prima di ogni intervento è l’altro consiglio di Lorenzo Balsano. «È una semplice azione che consente di eliminare i microrganismi in fase planctonica», dice l’esperto che suggerisce anche un’altra attenzione. «In caso di soggetti a rischio, forti fumatori con patologia sistemica, pregressa patologia polmonare, immunodepressi, è sempre possibile, anche in considerazione di un potenziale inquinamento dovuto ad altri microrganismi, procedere alle cure utilizzando acqua sterile, analogamente a quanto si fa in implantologia e chirurgia orale».