Il “problema” ASO: secondo AIO deve interessare tutti

Il "problema" ASO non si è ancora risolto. Dopo l'inchiesta pubblicata sulla nostra rivista qualche settimana fa, sulle questioni ancora aperti su questo fronte, ritorniamo sul tema che è all'attenzione anche di AIO, l'Associazione Italiana Odontoiatri.

L'esecutivo nazionale Aio. Da sinistra: Vincenzo Macrì, vicepresidente; Danilo Savini, segretario sindacale; Fausto Fiorile, presidente; Vincenzo Musella, segretario culturale; Sebastiano Rosa, tesoriere.

«Una premessa è doverosa», esordisce Danilo Savini, segretario sindacale AIO, «per l’odontoiatra non dovrebbe esistere un problema ASO. L'Assistente di studio è una soluzione ai problemi dello studio. La generazione di dentisti di cui faccio parte è cresciuta con l’Assistente al fianco, ben prima che nascesse il profilo. L'ASO ci permette di lavorare meglio e oggi l’eventualità di non trovare collaboratori è un problema che interessa tutta la professione. Se esiste una questione relativa agli ASO questo diventa un problema per tutta la professione, e le rispettive rappresentanze devono affrontarlo».

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AIO, da sempre accanto agli ASO

Fausto Fiorile, presidente dell'Associazione italiana odontoiatri (Aio).

Per AIO la figura dell’ASO nel Team odontoiatrico è importante. «Abbiamo costantemente valorizzato il ruolo dell’Assistente alla poltrona», dice Fausto Fiorile, presidente AIO.  «Lo abbiamo fatto parallelamente alla figura del Dentista che abbiamo visto nascere e crescere con l’istituzione della laurea in Odontoiatria. Ricordiamo i programmi di formazione annuali che AIO ha sempre promosso per la figura dell’Assistente. Abbiamo sempre creduto nell’evoluzione che questa mansione avrebbe avuto nel tempo, ancor prima di qualsiasi legge. Non possiamo inoltre dimenticare che primi tra tutti abbiamo inserito la figura dell’ASO all’interno di un contratto di lavoro CIFA – AIO – FIALS – CONFALS».

Il problema del reclutamento era prevedibile

Il fatto che l’obbligo del titolo per l’assunzione delle ASO negli Studi dentistici avrebbe provocato qualche problema nel reclutamento è un tema che AIO aveva ampiamente previsto e sollevato fin da subito negli opportuni Tavoli ministeriali. «La nostra proposta di creare una finestra temporale di 5-10 anni in cui poter continuare ad assumere personale senza titolo, naturalmente con l’impegno di arrivare all’acquisizione dello stesso entro 2 anni», denuncia Fiorile, «non è stata purtroppo nemmeno presa in considerazione. Sapevamo che per arrivare a regime, vale a dire per avere sul “mercato” un adeguato numero di Assistenti da poter assumere, sarebbe stato necessario del tempo: di qui la proposta di 5-10 anni di finestra».

Una questione legata anche al territorio

L’Italia è lunga e stretta e gli studi non sono ubicati solo nelle grandi città dove è concentrato il maggior numero di scuole e quindi di diplomati. «Esiste un numero estremamente ampio di professionisti che operano in centri urbani meno popolati», spiega Savini, «dove avere a disposizione ASO diplomati non è facile. Serve lavorare per una diffusione più ampia di scuole in tutto il paese per il conseguimento di questa qualifica. Siamo in un momento di passaggio in cui il mercato non è ancora pronto. Non escludiamo quindi la necessità di ulteriori modifiche al decreto».

Da AIO molti spunti per l'ASO

«AIO ha costruito un contratto per l’Assistente di Studio con CIFA – AIO – FIALS – CONFALS nel 2017 prima ancora che nascesse il profilo», sottolinea Savini, «e questo contratto fa da riferimento al decreto ministeriale sul profilo, approvato dalla Conferenza Stato-Regioni. La nostra associazione, ripeto, è nata e cresciuta a fianco delle assistenti». «All’interno del nostro contratto», aggiunge Fiorile, «sono presenti livelli di carriera estremamente ampi in grado di gratificare sia economicamente che professionalmente i lavoratori dello Studio. Ricordiamo poi che nel perimetro di competenze definite dal decreto, non esistono limiti alla possibilità di crescita nelle competenze e nelle responsabilità. In molte realtà esistono già situazioni in cui l’ASO svolge ad esempio il ruolo di “manager” dello Studio. Questo grazie alla volontà del datore di lavoro di valorizzare il collaboratore delegando parte del lavoro di organizzazione e l’impegno da parte del lavoratore nell’assumersi questo ruolo di responsabilità».

AIO pronta al confronto per valorizzare gli ASO

Dopo la fine delle deroghe, fa notare Savini, ci si accorge che l’offerta formativa al momento non è sufficiente. «Tuttavia gli inquadramenti contrattuali sono», ribadisce Savini, «interessanti e dovrebbe farsi strada una domanda di formazione consistente con la nascita di scuole e di iter formativi sostenibili, anche in piccoli centri. Tanto più che per ogni unità di personale formata è prevista la possibilità del tirocinio presso uno studio odontoiatrico fin dal 2018».
«Se vogliamo che dopo l’inserimento formale di questa nuova figura professionale all’interno del Team odontoiatrico, le problematiche siano risolte e le opportunità siano valorizzate", conclude Fiorile, "serve certamente un confronto continuo tra le varie rappresentanze.  Noi sul tema del confronto e dei possibili aggiustamenti per rendere più funzionale il decreto ci siamo e sempre disponibili a fare proposte condivisibili».

Il “problema” ASO: secondo AIO deve interessare tutti - Ultima modifica: 2022-11-08T09:08:09+00:00 da Pierluigi Altea
Il “problema” ASO: secondo AIO deve interessare tutti - Ultima modifica: 2022-11-08T09:08:09+00:00 da Pierluigi Altea

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