Il principio di ottimizzazione, sintetizzato dalla sigla ALARA (As Low As Reasonably Achievable, il più basso ragionevolmente ottenibile) costituisce una delle basi della radioprotezione del paziente. Qualche anno fa, venne proposto un adattamento dell’acronimo ad ALADA (As Low As Diagnostically Acceptable, il più basso accettabile a fini diagnostici), a rimarcare l’importanza dell’ottimizzazione, piuttosto che della semplice riduzione delle dosi.

Bisogna però considerare come, spesso, la funzione dell’imaging non si esaurisca con la diagnosi. Si pensi, per esempio, alle modalità di impiego della diagnostica tridimensionale in odontoiatria. Il ricorso alla TC cone beam è ormai sistematicamente utile nella pianificazione dell’approccio terapeutico, con applicazioni che vanno dalla previsualizzazione della riabilitazione, alla messa in atto della stessa (chirurgia guidata). Negli ultimi anni, la CBCT ha trovato sempre maggiore spazio in ambiti della medicina orale che esulano dalla chirurgia orale e implantare, come l’ortodonzia, con la cefalometria tridimensionale, o anche l’endodonzia.

Pubblicità

L'ampliarsi della gamma di applicazioni, affiancate alla diagnostica pure, richiede, di conseguenza, la definizione di protocolli di ottimizzazione più efficaci e, soprattutto, personalizzati.

In un’interessante lettera all’editor, recentemente pubblicata sull’International Journal of Paediatric Dentistry, un gruppo internazionale ha proposto di superare ulteriormente la lettura attuale del principio di ottimizzazione, con la diffusione del principio riassunto dalla nuova sigla ALADAIP. L’acronimo sta per As Low As Diagnostically Acceptable being Indication-oriented and Patient-specific, ovvero il più basso accettabile a fini diagnostici, sulla base dell’indicazione clinica e specifico per paziente.

Esso fu introdotto, in realtà, nel 2017, dal position statement paper del progetto DIMITRA, un'iniziativa europea, multidisciplinare e multicentrica, incentrata sulla radioprotezione del paziente pediatrico rispetto alla CBCT. In sintesi, la sigla integra le seguenti domande cliniche che l’odontoiatra dovrebbe porsi prima dell’esecuzione dell’esame: Chi è il paziente? Perché questo esame viene richiesto? Queste sono riassunte, appunto dalle lettere P e I, rispettivamente. Il secondo quesito allude, appunto, alle possibili applicazioni, dalla semplice diagnostica, alla pianificazione 3D, alla chirurgia.

Questo principio, come ammettono gli autori, non è che non sia di per sé già implicitamente accettato dalle linee guida attuali. Gli stessi osservano, però, le possibili falle dal punto di vista attuativo. Come esempio, viene portato lo studio di Hedesiu, condotto in due reparti di radiologia odontoiatrica: è stato rilevato come la metà delle CBCT richieste nel paziente pediatrico fosse a fini ortodontici, con richiesta di field of view ampi e scansioni ripetute.

Gli autori, infine, hanno sottolineato anche il valore educativo del paradigma diagnostico, che rimette al centro le esigenze del paziente, a scapito della ricerca della cosiddetta “best image”, che può condurre alla somministrazione di dosi in eccesso.

Riferimenti bibliografici a proposito di radioprotezione:

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33844356/

La radioprotezione dal principio ALARA ad ALADAIP - Ultima modifica: 2021-04-29T06:16:27+00:00 da redazione
La radioprotezione dal principio ALARA ad ALADAIP - Ultima modifica: 2021-04-29T06:16:27+00:00 da redazione

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome