La chirurgia implantoprotesica a portata di mano

Sandro Siervo

Disponibile online dal 1° luglio il corso Ecm promosso da Tecniche Nuove Formazione dedicato alla chirurgia implantoprotesica.
Un percorso di aggiornamento, dalla diagnosi al trattamento terapeutico, curato in ogni dettaglio, come spiega
, direttore scientifico dell’Istituto Stomatologico Italiano, nonché coordinatore scientifico del corso che sarà fruibile sino al 30 giugno 2015.

Il corso “Chirurgia Implantoprotesica”, scaricabile dalla piattaforma multimediale all’indirizzo http://ecm.tecnichenuove.com e pubblicato anche sulle pagine della nostra rivista cartacea, affronta i temi della chirurgia implantoprotesica in un’ottica multidisciplinare. Un approccio, forse quello più adeguato alla disciplina, che consente di fornire al clinico gli strumenti necessari per poter eseguire una diagnosi corretta e un piano di trattamento adeguato alle circostanze cliniche e alle necessità complessive del paziente, come spiega Sandro Siervo, relatore e coordinatore scientifico del corso, nonché direttore scientifico dell’Istituto Stomatologico Italiano (ISI), un luogo dove la multidisciplinarietà è entrata a far parte dell’attività quotidiana dei professionisti che vi operano e che hanno dato vita a questo corso. Accanto al Responsabile Scientifico, Maurizia Macchi, Specialista in Chirurgia Maxillo-Facciale e Direttore del Reparto di Chirurgia Maxillo-Facciale dell’ISI di Milano, sono cinque, tanti quanti i moduli del corso, gli altri specialisti coinvolti nella trattazione dell’argomento: Alessandro Mapelli (specialista in parodontologia), Pierluigi Nannei (specialista in chirurgia maxillo-facciale; chirurgia ortognatica e chirurgia pre-protesica), Paolo Ordesi (Dottore di ricerca in parodontologia sperimentale; responsabile documentazione iconografica Istituto Stomatologico Italiano) e Marco Persia (specialista in chirurgia maxillo-facciale e in ortognatodonzia) e Cristian Coraini (post-graduate in implanto-protesi e odontoiatria estetica presso la New York University, responsabile del reparto di protesi CAD-CAM presso l’ISI di Milano).

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Dottor Siervo, nell’ambito della chirurgia implantoprotesica, quali sono le principali preoccupazioni del clinico?

Innanzitutto quella di eseguire trattamenti predicibili, con costi biologici, ma oggi anche economici contenuti, che possano dare garanzia di successo. Non tutti i pazienti desiderano sottoporsi ai medesimi trattamenti: il professionista deve essere capace di prospettare tutte le possibili alternative, e oggi sono diverse, e aiutare il paziente e scegliere quella che meglio soddisfa le sue esigenze.

Il primo modulo del corso è dedicato al piano di trattamento: perché è così importante?

Perché il piano di trattamento svolge la funzione del direttore d’orchestra, rappresenta l’architettura generale del lavoro. Il piano di trattamento in chirurgia implantoprotesica è la chiave per il successo a lungo termine. L’accurato studio del caso, la valutazione preimplantare della posizione e del numero ideale dei pilastri, la gestione dei tessuti duri e molli per garantire la stabilità a lungo termine delle nostre ricostruzioni sono passaggi fondamentali in chirurgia implantoprotesica. 

Nel modulo successivo si affronta il problema di come scegliere se mantenere o sostituire l’elemento dentale, anche alla luce dell’uso un po’ disinvolto dell’implantologia avvenuto in questi ultimi anni…

Sì, perché oggi abbiamo la consapevolezza che l’adagio ““togliamo i denti e mettiamo gli impianti che sono per sempre” non è vero. Al contrario, sappiamo che gli impianti presentano una serie di problematiche che è bene tener presente, tra cui l’insorgenza della perimplantite. Anche perché le tecniche endo-conservative e parodontali ci consentono sempre più spesso di recuperare gli elementi con prognosi dubbia, permettendoci di considerare l’implantologia una valida alternativa futura.

Aggiornamento arricchito da video clinici

Piano di trattamento, mantenimento o sostituzione dell’elemento dentale, gestione dei tessuti molli e duri peri-implantari, chirurgia implantoprotesica: questi i temi trattati all’interno del corso “Chirurgia Implantoprotesica”, fruibile online e pubblicato da questo mese sulla nostra rivista. Valido ai fini ECM, il corso, suddiviso in cinque moduli e arricchito da video clinici fruibili sulla piattaforma multimediale Tecniche Nuove, consente ai discenti che supereranno i test di apprendimento di poter contare su 15 crediti formativi, ma soprattutto su un aggiornamento nel campo della chirurgia implantoprotesica attraverso la trattazione di tutte le tecniche più avanzate. A garantire la qualità dell’aggiornamento la Responsabile Scientifica del corso, Maurizia Macchi, Specialista in Chirurgia Maxillo-Facciale e Direttore del Reparto di Chirurgia Maxillo-Facciale dell’Istituto Stomatologico Italiano di Milano, insieme a Sandro Siervo, direttore scientifico dell’ISI, relatore e coordinatore scientifico del corso. 

Marco Persia, nel modulo 3 tratta il tema della chirurgia preprotesica, di grande rilevanza. Perché?

Per due ragioni, innanzitutto perché non sempre è possibile posizionare gli impianti secondo i canoni ideali: a volte è necessario agire sui tessuti duri al fine di ristabilire le corrette proporzioni dei volumi ossei per ricevere gli impianti osteointegrati, ricorrendo a innesti di osso autologo, eterologo o ai biomateriali. Poi perché per garantire un adeguato supporto gengivale, al fine di ottenere una prognosi e un’estetica ottimali, può risultare necessario intervenire sui tessuti molli.

Non per niente il modulo successivo è interamente dedicato a questo argomento…

Sì, perché nonostante l’impianto sia inserito all’interno dell’osso, tuttavia emerge attraverso i tessuti molli, la cui salute può condizionare la sopravvivenza dell’impianto. I presupposti clinico-scientifici su cui si basa la stabilità dei tessuti molli peri-implantari, la loro gradevolezza, il loro trofismo, rappresentano infatti, unitamente all’osteo-integrazione, la ragione di una corretta integrazione biologica-estetica-funzionale dei manufatti implanto-protesici attualmente realizzabili.

 Il corso si conclude con il modulo 5, dedicato al disegno dei lembi, alle tecniche di sutura in chirurgia pre-protesica: qual è il significato di questa trattazione?

Le tecniche descritte consentono all’operatore di ristabilire l’equilibrio tra i tessuti duri e quelli molli, perché a volte è necessario intervenire per ottenere un incremento volumetrico dell’osso, ma non solo: una buona pianificazione dell’intervento, un congruo disegno del lembo, una scelta ragionata del filo da sutura da utilizzare e infine una corretta tecnica di sutura atta a garantire una chiusura ermetica, sono tutti elementi che insieme concorrono alla buona riuscita dell’intervento e che dunque non possono essere trascurati.

Per concludere, al di là dei contenuti, cosa insegna all’odontoiatra questo corso?

La necessità di affrontare i problemi clinici in un’ottica multidisciplinare, proprio come avviene abitualmente all’interno dell’Istituto Stomatologico Italiano dove noi tutti, relatori di questo corso, operiamo proprio con questa filosofia. Inoltre, credo suggerisca un’altra cosa ancora, l’importanza di avere sempre dei piani di lavoro rigorosi, dei protocolli ben codificati: poter disporre di metodologie lineari è fonte di sicurezza per il paziente, ma anche per l’operatore.

La chirurgia implantoprotesica a portata di mano - Ultima modifica: 2014-07-13T09:49:10+00:00 da paolavitaliani