La chiave del successo in endodonzia

Nonostante i progressi nei materiali e nelle tecniche, l’endodonzia rimane una delle branche più sfidanti, dove l’insuccesso può deludere anche professionisti esperti. L’obiettivo ideale di svuotare i canali radicolari lasciando uno spazio asettico e sagomato fallisce in percentuali variabili a seconda degli studi, con punte del 30% a distanza di anni. Persistendo le nicchie batteriche, grazie al contatto con i fluidi biologici si può instaurare una lesione secondaria che può anche estendersi alla superficie radicolare esterna in presenza di specie come Actinomycetes. Davanti a una lesione endodontica cronica, i rimedi possibili sono il ritrattamento endodontico o quello chirurgico, ognuno con i suoi pro e contro. Ad alcune delle più recenti acquisizioni in endodonzia è dedicata la seguente rassegna.

Grandezza della lesione periapicale e percentuale di successo

Baseri M, Radmand F, Milani AS, Gavgani LF, Salehnia F, Dianat O. The effect of periapical lesion size on the success rate of different endodontic treatments: a systematic review and meta-analysis. Evid Based Dent. 2023 Mar 8. doi: 10.1038/s41432-023-00851-1

Strettamente collegato alla buona riuscita del trattamento endodontico è lo status clinico iniziale, che comprende le dimensioni della lesione periapicale. Dopo aver selezionato e analizzato 44 ricerche, gli autori di questa revisione sono stati costretti a scartarne 32 a causa di difetti di metodo. Nei limiti imposti dai dati disponibili, la conclusione è che le dimensioni della lesione iniziale non influiscono sul successo del trattamento, e questo indipendentemente dalla tecnica seguita.

Insuccessi dopo ritrattamento non-chirurgico e chirurgia endodontica

Dioguardi M, Stellacci C, La Femina L, Spirito F, Sovereto D, Laneve E, Manfredonia MF, D’Alessandro A, Ballini A, Cantore S, Lo Muzio L, Troiano G. Comparison of Endodontic Failures between Nonsurgical Retreatment and Endodontic Surgery: Systematic Review and Meta-Analysis with Trial Sequential Analysis. Medicina (Kaunas). 2022 Jul 4;58(7):894.

Un gruppo di autori delle università di Napoli e Foggia ha compiuto una revisione delle ricerche disponibili sottoponendole a metanalisi con lo scopo di confrontare gli insuccessi dopo ritrattamento endodontico (RE) con quelli conseguenti a ritrattamento chirurgico (RC). In totale rispondevano ai requisiti solo 7 studi per un totale di 1.833 pazienti, 579 casi di ritrattamento endodontico e 454 di ritrattamento chirurgico con un periodo di osservazione variabile tra 1 e 10 anni. La conclusione a cui arrivano gli autori è che, nel limite dei primi due anni di osservazione, il RC è più affidabile del RE, essendo più predicibile e meno esposto al rischio di ulteriore insuccesso. Il termine di due anni è stato scelto sulla base del fatto che il 70% degli insuccessi si verifica in questo lasso di tempo. Interessante il dettaglio sulle cause di insuccesso del RC: al primo posto la frattura verticale della radice.

Tecnica di otturazione canalare e percentuale di successo dei trattamenti endodontici

Marconi DF, da Silva GS, Weissheimer T, Silva IA, Só GB, Jahnke LT, Skupien JA, Só MVR, da Rosa RA. Influence of the root canal filling technique on the success rate of primary endodontic treatments: a systematic review. Restor Dent Endod. 2022 Oct 11;47(4):e40

La questione esplorata dagli autori risale agli albori dell’endodonzia: a caldo o a freddo, laterale o verticale, manuale o strumentale la compattazione della guttaperca nei canali è ancora molto dibattuta. Gli autori hanno quindi individuato 11 ricerche di cui 4 con selezione casuale dei campioni per un totale di circa 5 mila denti, distribuiti in modo molto disomogeneo (essendo più di tremila quelli trattati con compattazione laterale a freddo), seguiti per periodi di tempo molto diversi (tra 2 mesi e 5 anni) e con status clinico iniziale molto variabile (con o senza patologie periapicali). Otto pubblicazioni non riportavano differenze significative confrontando parametri clinici e radiografici, mentre due concludevano a favore della tecnica verticale su quella laterale a freddo, ma con controlli estesi per soli due mesi (è bene ricordare che, invece, dovrebbero estendersi fino alla ricomparsa della lamina dura, cosa che può avvenire anche dopo 4 anni). Interessante il dato che emerge da uno degli studi a proposito del cemento: confrontando la compattazione laterale (92% di successo) con quella a cono singolo con cemento ZnO-eugenolo (68%), se ne può dedurre che per questa tecnica è necessario usare cementi con maggiore stabilità dimensionale per evitare la formazione di vuoti colonizzabili dai microrganismi.

Trattamento endodontico dei denti permanenti in unica seduta o in più fasi

Mergoni G, Ganim M, Lodi G, Figini L, Gagliani M, Manfredi M. Single versus multiple visits for endodontic treatment of permanent teeth. Cochrane Database Syst Rev. 2022 Dec 13;12(12):CD005296

È compito di un gruppo italiano cercare di rispondere a una classica questione endodontica, ossia se sia migliore il trattamento in uno o in più tempi. La risposta, come per le precedenti revisioni eseguite nel 2007 e nel 2016 dalla Cochrane Collaboration, rimane in sospeso: non ci sono prove definitive a sostegno di una o dell’altra procedura, in quanto non sono emerse differenze significative per quanto riguarda l’insorgenza di dolore e/o complicanze nei 12 mesi successivi. Gli autori hanno raccolto e analizzato i dati di 47 ricerche per un totale di 5.693 trattamenti; piuttosto alto, come sempre, il rischio di errori metodologici, che interessavano 17 ricerche, mentre per altre 20 il rischio non era quantificabile. Tra i pochi dati di rilievo, anche se non superano la soglia di significato statistico, vi è la maggiore incidenza di dolore nei primi sette giorni dopo i trattamenti in seduta unica e dopo strumentazione meccanica. Non sono comunque emerse differenze nell’assunzione di farmaci.

Materiali da otturazione endodontici nel trattamento di denti decidui necrotici

Pedrotti D, Bottezini PA, Casagrande L, Braga MM, Lenzi TL. Root canal filling materials for endodontic treatment of necrotic primary teeth: a network meta-analysis. Eur Arch Paediatr Dent. 2022 Nov 24. doi: 10.1007/s40368-022-00766-y

L’endodonzia dei denti decidui è argomento poco dibattuto, anche se le lesioni non sono certo una rarità. In questa pubblicazione sono stati analizzate 7 ricerche (sulle 1.186 ritrovate in letteratura) che superavano i criteri di selezione, per un totale di soli 263 denti, dato che conferma la necessità di maggiori e migliori studi in materia. Gli autori hanno raggruppato i materiali in base al componente principale del cemento usato: iodoformio, idrossido di calcio (CaOH), ossido di zinco (ZnO). Tenuto conto dell’alto rischio di errori metodologici, le conclusioni “promuovono” lo iodoformio, che risulta il componente principale con il minor rischio di insuccesso al contrario di ZnO e CaOH, che si piazza all’ultimo posto.

Guarigione periapicale e cemento endodontico

Khandelwal A, Janani K, Teja K, Jose J, Battineni G, Riccitiello F, Valletta A, Palanivelu A, Spagnuolo G. Periapical Healing following Root Canal Treatment Using Different Endodontic Sealers: A Systematic Review. Biomed Res Int. 2022 Jul 8;2022:3569281

Anche nell’endodonzia dei permanenti si è da sempre alla ricerca del cemento ideale e definitivo (che magari possa un giorno mandare in pensione i coni di guttaperca). Agli storici cementi a base di ZnO-eugenolo (ZnOE) o idrossido di calcio si sono aggiunti nel tempo quelli con Mta e più di recente i materiali contenenti bioceramica, dotati apparentemente di tutte le qualità necessarie (capacità antibatterica, radiopacità, stabilità chimica e dimensionale, assenza di tossicità). Per il momento bisogna tuttavia accontentarsi di indizi a favore di questi materiali, in attesa di prove. Gli autori hanno individuato 9 ricerche in linea con i requisiti stabiliti, tra cui un periodo di osservazione minimo di 6 mesi e un gruppo controllo trattato con ZnOE. Considerando che rischio di errori metodologici era comunque alto per 4 delle ricerche prese in esame, i materiali con bioceramica hanno ottenuto una guarigione periapicale migliore rispetto allo ZnOE a differenza di altri materiali che mostravano risultati simili a ZnOE.

Perni radicolari in fibra di vetro e resistenza alla frattura di denti anteriori devitalizzati e ricostruiti

Jurema ALB, Filgueiras AT, Santos KA, Bresciani E, Caneppele TMF. Effect of intraradicular fiber post on the fracture resistance of endodontically treated and restored anterior teeth: A systematic review and meta-analysis. J Prosthet Dent. 2022 Jul;128(1):13-24.

La fragilità dei denti dopo trattamento endodontico è ben nota: dopo decenni di restauri con perni metallici, che spesso portavano alla frattura precoce o tardiva dell’elemento, arrivarono i perni in fibra, meno pericolosi grazie a qualità meccaniche più simili a quelle della dentina. Questa pubblicazione ne conferma l’utilità nel settore anteriore, dove i denti sono sottoposti alle più insidiose forze eccentriche. Sono state considerate solo ricerche in vitro dove si confrontavano perni in fibra con altri tipi di restauro; delle 31 ritrovate, 4 erano ad alto rischio di errore metodologico e 10 a medio rischio. Gli autori concludono che questi perni riducono il rischio di frattura.

 

La chiave del successo in endodonzia - Ultima modifica: 2023-07-07T09:26:07+00:00 da K4
La chiave del successo in endodonzia - Ultima modifica: 2023-07-07T09:26:07+00:00 da K4

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