L’integrazione dell’intelligenza artificiale in odontoiatria restaurativa sta rivoluzionando il modo in cui i professionisti diagnosticano e trattano le patologie dentali. Il Dipartimento di Odontoiatria Conservativa ed Endodonzia del Fatima Jinnah Dental College di Karachi, Pakistan, ha condotto una revisione sistematica sul tema. In particolare, ha analizzato 63 studi dal 2020 al 2025, mettendo in luce l’efficacia dell’IA in molteplici ambiti clinici. L’utilizzo delle reti neurali convoluzionali nella diagnosi della carie ha raggiunto un’accuratezza diagnostica fino al 95%, permettendo di intercettare precocemente lesioni cariose e ridurre interventi invasivi. Anche nell’ambito endodontico, l’IA migliora l’identificazione del forame apicale, la determinazione della lunghezza di lavoro e la rilevazione di fratture radicolari, aumentando precisione e predicibilità dei trattamenti.
Restauri personalizzati e più precisi
L’IA ha avuto un impatto significativo anche nella progettazione e produzione di restauri dentali. Grazie a sistemi CAD-CAM potenziati da algoritmi intelligenti, oggi è possibile realizzare protesi e restauri altamente personalizzati, con una precisione di adattamento superiore e una drastica riduzione dei tempi operativi. Inoltre, gli algoritmi predittivi permettono di stimare il rischio di perdita di tessuto dentale, guidando strategie preventive più efficaci e personalizzate. La tecnologia consente anche una più accurata determinazione del colore del dente attraverso l’analisi di immagini intraorali, migliorando l’integrazione estetica dei restauri.
Sfide da superare per una piena integrazione
Nonostante i notevoli progressi, l’applicazione dell’IA in odontoiatria presenta ancora ostacoli rilevanti. Uno dei principali è la qualità dei dataset utilizzati per l’addestramento degli algoritmi, spesso non standardizzati o non rappresentativi di tutta la popolazione. Questo può generare bias che compromettono la validità delle analisi. Inoltre, molti sistemi operano come “scatole nere”, rendendo difficile comprendere il processo decisionale e ostacolando la fiducia del clinico. Un ulteriore limite è rappresentato dalla scarsa formazione degli odontoiatri su questi strumenti. L’assenza di competenze digitali avanzate rischia di rallentare l’adozione diffusa delle tecnologie intelligenti.
Prospettive future per l’odontoiatria digitale
Gli autori di questa revisione, pubblicata su BMC Oral Health, suggeriscono che per sfruttare appieno il potenziale dell’IA è necessario investire in programmi di formazione specifici e nell’integrazione con tecnologie emergenti come la stampa 3D. La combinazione di queste innovazioni preannuncia trattamenti sempre più rapidi, personalizzati ed efficaci. L’intelligenza artificiale in odontoiatria restaurativa rappresenta quindi una delle più promettenti evoluzioni della disciplina, con impatti positivi già evidenti in termini di accuratezza diagnostica, qualità dei restauri e gestione clinica.



