Uno dei fattori chiave per il successo a medio-lungo termine degli impianti è il mantenimento di una relazione stabile tra l’accumulo di placca batterica e lo sviluppo di una infiammazione a carico dei tessuti di supporto perimplantari. Se la condizione infiammatoria reversibile non è trattata può progredire in una patologia distruttiva e progressiva a carico dei tessuti di supporto intorno ad un impianto, patologia definita perimplantite .
I tessuti perimplantari reagiscono alla colonizzazione batterica con una reazione immunitaria del tutto simile a quella che ha luogo nel parodonto. L’accumulo di placca può causare infiammazione marginale, così come accade per i denti naturali. A seguito della colonizzazione batterica si produce un infiltrato infiammatorio a livello del connettivo che circonda l’epitelio giunzionale. Questo causa una riduzione della quota di collagene e un aumento di vasi e dei leucociti. Con l’accumulo indisturbato di placca nel tempo, la lesione infiammatoria aumenta in dimensioni e si estende apicalmente al margine gengivale. Se la reazione infiammatoria rappresenta una fondamentale difesa per la salute dei tessuti che contornano l’impianto, allo stesso tempo un accumulo indisturbato di placca può portare a lesioni del tutto simili alla malattia parodontale, con conseguente perdita dell’impianto.
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La gestione dei tessuti molli perimplantari rappresenta un fattore di fondamentale importanza per il successo a medio e lungo termine della terapia implantoprotesica. Lo sviluppo di malattia perimplantare non è raro: recenti studi riportano una percentuale di incidenza di mucosite perimplantare di circa l’80% di tutti i soggetti portatori di impianti, ed una incidenza di perimplantite attorno al 20-56%. La ricerca scientifica, ha poi permesso di determinare alcuni fattori di rischio predisponenti per lo sviluppo di infezioni perimplantari, individuati in un’igiene orale insufficiente, in un pregresso vissuto di parodontite e nel fumo di tabacco. Per “fattore di rischio” si intende una condizione che, se presente nella vita di un individuo, può aumentarne la probabilità di andare incontro ad una determinata patologia. Il fattore di rischio tuttavia non è agente eziologico per la patologia, ma viene correlato ad un aumento dell’incidenza della stessa attraverso indagini epidemiologiche. Benché ad oggi non ci siano ancora sufficienti evidenze scientifiche relative al ruolo che giocano i fattori genetici, il diabete mellito, il consumo di alcool e le proprietà delle superfici implantari, si ritiene che questi aspetti possano anch’essi giocare un qualche ruolo nelle dinamiche eziopatogenetiche delle problematiche infiammatorie perimplantari. Alla luce di queste considerazioni, la conduzione di un corretto management dei tessuti perimplantari passa anche da una attenta valutazione dei fattori di rischio implicati nello sviluppo delle problematiche infiammatori perimplantari.