Impronta con scanner intraorale digitale Cadent iTero

5. Prova metallo ottenuta dall’impronta iTero.

Questo sistema di monconi permette una facile rimozione dal modello da parte del tecnico, mentre i modelli superiori e inferiori sono articolati tramite un articolatore semplice a cerniera che mantiene la relazione occlusale tra le arcate che sono state catturate nel processo della scansione. I modelli finiti, i monconi e le strutture metalliche vengono fisicamente spediti al laboratorio di riferimento che, dopo un’eventuale gommatura del bordino metallico, manda il tutto in studio per eseguire la prova metallo (Figure 5 e 6).

Nel caso clinico preso in esame è stata inoltre prodotta una cappetta metallica per fusione con tecnica a cera persa da un’impronta tradizionale per potere eseguire un confronto tra i due diversi metodi di impronta. Il laboratorio effettua quindi la ceramizzazione della cappetta metallica ottenuta dall’impronta digitale con Cadent iTero direttamente sui modelli in poliuretano espanso messi in articolazione, senza dover effettuare un’impronta di riposizione. I passaggi successivi sono quelli classici della prova biscotto e della prova finale del restauro oltre alla seguente cementazione definitiva del manufatto protesico (Figura 7).

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Parte sperimentale

Per validare la metodica abbiamo voluto realizzare delle cappette in maniera tradizionale e delle altre seguendo la metodica iTero, partendo da due monconi in resina acrilica preparati rispettivamente a spalla arrotondata e a chamfer con l’utilizzo del parallelometro. I due monconi master così realizzati sono stati replicati in gesso in due copie ciascuno attraverso un’impronta in polivinilsilossano (Elite HD+, Rovigo – Italia). Abbiamo ottenuto una prima coppia di modelli formata da un moncone a spalla e uno a chamfer su cui eseguire la tecnica di impronta tradizionale e una seconda coppia su cui effettuare l’impronta ottica con lo scanner iTero. Le cappette metalliche prodotte sono state misurate

8. Microscopio ottico con computer dedicato per le misurazioni.

sul proprio modello per valutare, seppur con l’esiguità del campione in esame, la precisione della chiusura marginale e se vi fossero differenze tra le due metodiche e tra i due tipi di preparazioni. Le misurazioni sono state effettuate con un microscopio ottico (Modello Kestrel, Vision Engineering, Cinisello Balsamo – Italia) alla risoluzione di 50 ingrandimenti, prendendo in esame 50 punti casuali lungo la linea del fine preparazione (Figure 8-10).

9. Campione con preparazione a spalla arrotondata.

Risultati

Le 50 misurazioni sui due campioni hanno fornito una media di gap marginale pari a 22 μm per la preparazione a chamfer e 19 μm per la preparazione a spalla arrotondata sulle cappette realizzate con metodica iTero e di 26 μm e 23 μm per le cappette realizzate con tecnica tradizionale. Questi primi interessanti dati dovranno essere confermati da ulteriori studi su un maggior numero di campioni; quello che però ci permettono di dedurre è che tutti i campioni presentano un adattamento marginale entro i limiti stabiliti dalle specifiche ADA #87.

10. Misurazione del gap marginale verticale a 50 ingrandimenti.

Impronta con scanner intraorale digitale Cadent iTero - Ultima modifica: 2013-02-27T16:20:28+00:00 da Redazione

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